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Internet: 75% europei usa rete, ma solo 15% pmi vende su web

Dai dati della Commissione europea emerge la crescita della società digitale anche se con velocità differenti. Italia 26esima. Oettinger: "Adeguare la strategia alle esigenze delle persone". E Ansip sollecita, puntare al mercato unico digitale. Sul web solo 15% Pmi europee, p resentato a Bruxelles il nuovo indice Desi

(foto Infophoto)
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24 febbraio 2015 | 17.07
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Avanza la società digitale europea anche se con velocità ben differenti. La maggior parte dei cittadini dell'Ue a 29 usa ormai internet regolarmente ed a connettersi alla rete nel 2014 è stato ben il 75% dei cittadini dell'Unione contro il 72% del 2013. In testa c'è il Lussemburgo con il 93% dei cittadini on line, ultima la Romania con il 48%. E ancora. I cittadini europei desiderano accedere a contenuti audiovisivi online: il 49% degli utenti europei di internet ha utilizzato o scaricato giochi, immagini, film o musica. Inoltre, il 39% dei nuclei familiari che possiedono un televisore guarda video su richiesta. Ma la velocità cambia se si osserva l'ecosistema delle imprese. Le piccole e medie imprese europee incontrano infatti difficoltà nel commercio elettronico, tanto che solo il 15% delle pmi vende online e meno della metà di questa percentuale vende all'estero. Così come i servizi pubblici digitali sono una realtà quotidiana in alcuni paesi, ma quasi inesistenti in altri. Sono le conclusioni del nuovo indice dell'economia e della società digitali messo a punto dalla Commissione europea Desi messo a punto dalla Commissione europea e presentato oggi al forum Digital4EU di Bruxelles.

E in questo contesto l'Italia si colloca nelle retrovie, al 26esimo posto, prima solo di Grecia, Bulgaria e Romania sia per connettività, che per competenze digitali, attività on line, integrazione della tecnologia digitale e servizi pubblici digitali. Il nostro Paese è ben distante, insomma, dalle prime in classifica, rispettivamente Danimarca, Svezia e Olanda, che raggiungono il podio europeo delle prestazioni digitali. I dati, sottolinea Bruxelles, "dimostrano che all'interno dell'Ue la digitalizzazione dei paesi non è uniforme e che i confini nazionali continuano a rappresentare un ostacolo a un vero e proprio mercato unico digitale, una delle priorità fondamentali della Commissione Juncker". Tra i dati diffusi oggi dalla Commissione europea, inoltre, emerge che il 33% degli utenti europei di internet ha utilizzato formulari online per inviare informazioni alle autorità pubbliche, con percentuali che variano dal 69% della Danimarca al 6% della Romania. Il 26% dei medici di famiglia in Europa utilizza prescrizioni elettroniche che vengono trasferite ai farmacisti tramite internet, con percentuali che variano però dal 100% in Estonia allo 0% a Malta. Ma i risultati, rimarca Bruxelles, variano infatti dai principali protagonisti digitali come la Danimarca, che ha un punteggio di prestazione digitale pari a 0,68 su un massimo di 1, fino ai paesi con le prestazioni più basse come la Romania, che conta un punteggio pari a 0,31. L 'Italia registra nel 2014 un punteggio pari a 0,31, in crescita rispetto allo 0,28 del 2013.

"L'indice digitale -ha affermato il Commissario responsabile per l'Economia e la società digitali, Günther Oettinger- dimostra come siano radicalmente cambiate le modalità con cui si guardano i film: le persone guardano ancora le serie preferite in televisione, ma un numero considerevole, pari al 40%, guarda anche video su richiesta e film online . Dobbiamo adattarci alle esigenze dei cittadini e pensare di adeguare la nostra strategia ". Per Andrus Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale dell'Ue, "un mercato unico digitale può offrire ai cittadini un accesso più ampio, aiutare le imprese a innovare e a crescere e rafforzare la fiducia nei servizi online quali l'amministrazione elettronica o i servizi bancari via internet". "La Commissione europea -assicura- farà in modo che questo accada".

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