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Corsi d'inglese pagati ma 'sospesi' per duemila studenti. Prima vittoria consumatori: per ora stop alle rate

03 marzo 2015 | 19.31
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In sette sedi sono stati 'lasciati a casa' senza preavviso né una mail con un cartello attaccato sulla porta. Una delle principali finanziarie coinvolte all'Adnkronos: "Se ci sono i presupposti anche il rimborso".

L'avviso di sospensione delle lezioni
L'avviso di sospensione delle lezioni

'Scuole d'inglese chiuse, il Grande Inganno'. Si sono dati appuntamento su Facebook, poi su Twitter, i duemila studenti che, in sette sedi della Education Srl, che utilizzava il marchio Direct English, si sono ritrovati di fronte al cartello: "Gentile studente, siamo costretti a comunicarti la momentanea sospensione dei corsi" fino a diversa comunicazione. Dai post ai 'tweet' gli "studenti abbandonati di mezza Italia" si sono rivolti alle associazioni dei consumatori e si sono riuniti oggi a Roma nella sede di Konsumer per "decidere il da farsi". Gli studenti hanno infatti sborsato, denuncia Fabrizio Premuti, presidente di Konsumer, "cifre che vanno dai 1200 ai 4800 euro, pagando con finanziamenti o anticipatamente".

Interpellata dall'Adnkronos, una delle principali finanziarie erogatrici del credito, Intesa Sanpaolo Personal Finance, precisa che, ricevute le prime segnalazioni, ha disposto la sospensione temporanea dei pagamenti delle rate dei finanziamenti per tutti i clienti che hanno fruito in parte o non hanno fruito dei corsi, in attesa delle successive evoluzioni". Peraltro, spiegano, "laddove non dovesse essere garantita la possibilità di fruire dei corsi prescelti (ad esempio, in mancanza di una società subentrante di gradimento dal cliente), la nostra società si renderà disponibile a esaminare le singole posizioni dei clienti, provvedendo ad annullare, ove ne ricorrano i necessari presupposti i finanziamenti erogati con il conseguente rimborso di quanto versato dal cliente”.

"Speriamo sia così" commenta l'avvocato Fabrizio Allegrezza, noi comunque andiamo avanti con "la diffida e messa in mora, non si sa mai". Sono quasi duemila i ragazzi, coinvolti nella vicenda in tutta Italia, oltre a un centinaio di insegnanti, spiega il Presidente di Konsumer con la sospensione dei "servizi in sette scuole, quelle di Brescia, Crema, Mestre, Roma Prati e Tuscolano, Treviso e Verona" che hanno operato fino a qualche giorno fa, "utilizzando il marchio Direct English, e che fanno capo alla Education Srl". "Stiamo verificando la posizione delle varie società coinvolte" spiega l'avvocato Allegrezza. "Parte gravemente lesa" si dichiara anche la Direct English. La H1 Srl, società licenziataria per l’Italia dei diritti sul marchio Direct English con una nota dichiara che "sta agendo nelle sedi competenti per la tutela dei propri diritti ed interessi".

"La situazione che si è venuta a creare, infatti, danneggia evidentemente" la nostra "reputazione e l'immagine", spiegano nella nota, precisando che i loro tre centri di Parma, Pavia e Reggio Emilia operano regolarmente e non sono in alcun modo coinvolti nella vicenda. Storie di ordinaria 'follia' quelle degli studenti che si sono trovati di fronte a un cartello, attaccato con pezzi di scotch alla porta della loro scuola. "Neanche una mail ci hanno mandato, mi sono accorto da internet - spiega Alberto, 36 anni, che ha in gestione l'account Twitter relativo - che eravamo in tanti. Da metà settembre del 2014 a giugno 2015 ho pagato 1300 euro, ma il mio corso d'inglese è finito presto".

Potrebbe essere più 'fortunata', invece, la sua coetanea Silvia che, racconta, "nel maggio del 2014 si è iscritta alla Wall Street, poi mi hanno passato alla Education Srl, che usava il marchio Direct English, pagando con una finanziaria una rata di 125 euro mensili per 14 mesi". Ci hanno dato rassicurazioni dal Wall Street Institute, spiega all'Adnkronos il presidente Premuti, "che chi ha iniziato con loro e poi ha avuto il passaggio, potrà continuare da loro. Aspettiamo una conferma formale". "Mi sono vergognata tanto con gli studenti, non sapevo che dire" chiosa l'insegnante madrelingua Laureen. "Ora non solo non ho più un lavoro, ma anche problemi economici visto che non mi pagano lo stipendio da dicembre".

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