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Sindacato unico c'è già in Germania. Liebman: "E' auspicabile e non capisco lo scandalo

24 maggio 2015 | 15.51
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Il giuslavorista della Bocconi ricorda anche le Trades Union inglesi e sulle affermazioni del premier Renzi boccia la tesi del 'totalitarismo': "Grave sarebbe se si parlasse di un sindacato unico voluto per legge. Ma auspicare un interlocutore non frazionato e che non si faccia guerra al suo interno è un bene"

Sindacato unico c'è già in Germania. Liebman:

"Non capisco né lo scandalo né le polemiche" che si sono scatenate per le parole di Renzi sul sindacato unico e definire "quello che per me è stato un auspicio del premier, una forma di totalitarismo" è altrettanto "incomprensibile". Il giuslavorista della Boccon i Stefano Liebman, parlando con l'Adnkronos, taglia corto: "Perchè tanto clamore?". "In Germania c'è il sindacato unico e in Gran Bretagna ci sono i sindacati di mestiere, quindi ce ne sono tanti, però poi -ricorda- l'organizzazione sindacale a livello nazionale è una, la Trades Union". Liebman evidenzia che "grave sarebbe se si parlasse di un sindacato unico voluto per legge, ma auspicare un interlocutore unico che, quindi, non essendo frazionato, non si faccia guerra al suo interno, è un bene. Per me il premier ha ragione". E "soprattutto -osserva- oggi è antistorica la suddivisione, com'era negli anni addietro, di una Cgil vicina al Pci, una Cisl vicina alla Dc ed una Uil vicina ai partiti laici".

Anzi, aggiunge il giuslavorista, "oggi, che non si devono salvaguardare quelle differenze ideologiche che ormai non ci sono più, un sindacato unico che non si fa la guerra è possibile". "Auspicare che il gioco politico ideologico, giocato anche da Berlusconi, non intervenga più nella dialettica sindacale, per me non è un male in sé" evidenzia ancora Liebman. E se Renzi, inoltre, ritorna a parlare di una legge sulla rappresentanza sindacale, "tema su cui batte fin dall'inizio" del suo arrivo a Palazzo Chigi, per Liebman "questa legge è necessaria proprio perchè c'è un sindacato diviso". "Se ci fosse un sindacato unitario neanche servirebbe questa legge" ribatte il giuslavorista della Bocconi.

Liebman, infine, non ritiene le affermazioni di Matteo Renzi a 'Bersaglio Mobile' di Enrico Mentana una provocazione nè una visione totalitaria come da più parti evocato d al mondo del sindacato. "No, non credo volesse provocare nè credo che avesse mai mente una legge di stampo totalitario anche perchè -afferma- sulla divisione del sindacato Renzi ci ha giocato. Ed un sindacato più diviso è più debole". "Forse -conclude Liebman- il tono usato da Renzi è più, per dirla alla De Bortoli, quello di 'un maleducato di talento', non certo quello di un dittatore".

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