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Consumi: Confcommercio, in spese obbligate il 42% di quelli delle famiglie

28 agosto 2015 | 10.48
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(Foto Infophoto) - PRISMA
(Foto Infophoto) - PRISMA

Sono sempre più le 'spese obbligate' ad assorbire i consumi delle famiglie con una quota salita al 41,9% dal 36,6% del 1995. E' quanto emerge da un'analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio che mostra un forte aumento soprattutto della componente relativa all’abitazione, con una spesa pro capite passata da poco più di 1.900 euro del 1995 agli attuali 4.012 euro (+110%) e che assorbe oltre il 24% dei consumi complessivi.

Nello stesso periodo è aumentata la quota destinata ai servizi il cui consumo rappresenta una libera scelta (dal 17,4% del 1995 al 21,4% del 2015) fenomeno che- spiega Confcommercio - è frutto della tendenza alla terziarizzazione dei consumi. Queste dinamiche hanno compresso l’area delle spese destinate ai beni cosiddetti 'commercializzabili', come le spese in alimentari, abbigliamento o mobili.

Particolarmente penalizzate le spese relative all’alimentazione domestica (incluse bevande alcoliche e non) la cui incidenza dal 1995 a oggi è scesa di quasi tre punti percentuali, toccando il 15%. Sul fronte dei prezzi, invece, gli aumenti più rilevanti hanno interessato l’abitazione anche per effetto della crescita dei prezzi di quei beni e servizi, quali l’acqua e lo smaltimento rifiuti, gestiti a livello locale (oltre il 130% tra il 1995 e il 2015).

Crisi economica e aumento della pressione fiscale hanno fortemente limitato le disponibilità delle famiglie, con un reddito disponibile reale sceso, complessivamente, tra il 2007 e il 2014 del 10,6% e del 14,1% in termini pro capite.

L'attenuarsi della crisi tuttavia sembra indicare il rallentamento della crescita della quota di consumi obbligati da parte delle famiglie che anzi evidenzia una contenuta diminuzione tra il 2013 ed il 2015 a vantaggio degli acquisti di servizi commercializzabili.

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