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Dall'anoressia al suicidio, giovani sempre più indifesi contro le 'trappole' del webb

03 settembre 2015 | 13.46
LETTURA: 3 minuti

L'allarme dell'esperta

(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
(Foto Infophoto) - INFOPHOTO

"Se sei alta 1,60 il tuo peso ideale è 44 chili; se sei alta 1,70, invece, 48". Queste, e molte altre, le indicazioni contenute nelle tabelle che appaiono in molti siti web che incoraggiano le giovani all'anoressia, offrendo anche una serie di consigli dannosi: "per evitare la fame, datti qualche pugno sullo stomaco", "mastica cubetti di ghiaccio", oltre a suggerimenti per non farsi scoprire: "quando vai a vomitare, apri la doccia o metti musica ad alto volume".

Frasi shock, queste, che rischiano di condizionare i più giovani, più vulnerabili a certi tipi di messaggi e che fanno parte dei cosiddetti "contenuti nocivi" sul web, come spiega al quotidiano El Pais Silvia Barrera, esperta in forza all'unità di investigazioni tecnologiche della polizia spagnola. "Sono sempre di più - dice l'esperta - le persone che si rivolgono alla polizia per chiedere di intervenire contro siti che incitano alla violenza, all'autolesionismo o all'odio". Si parla di "almeno cento richieste al giorno" che "nella maggior parte dei casi cadono nel vuoto" perché "la polizia non può fare nulla". In molti casi, "i fatti non costituiscono un crimine vero e proprio e i siti si difendono sempre sotto l'ala della libertà di espressione ".

Tra i siti segnalati, vi sono quelli che organizzano concorsi a premio per chi riesce a dimagrire più velocemente degli altri. E chi riesce a non mangiare nulla viene premiato con regali extra. Altri siti spiegano metodi di suicidio o di autolesionismo. Vi sono pagine che pubblicano fotografie di cadaveri mutilati o torturati, scherzi crudeli sugli animali e immagini di disabili presentati come 'humour nero'.

"In molti casi - prosegue Barrera - la polizia ha le mani legate. E' davvero difficile dimostrare che certi contenuti sono in realtà un'istigazione al suicidio e spesso è impossibile rintracciare i responsabili perché utilizzano connessioni anonime o server basati in paesi come l'Iran". Nel frattempo il web "è sempre più incontrollabile e incoerente. Si proibisce, ad esempio, la pirateria musicale, ma - conclude l'esperta - non ci si preoccupa della salute dei nostri figli".

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