Lo scandalo Volkswagen non avrà ricadute sul mercato automobilistico italiano. Almeno secondo Giuseppe Di Taranto, professore di Storia dell'economia e dell'impresa all'università Luiss, che intervistato da Adnkonos ha commentato così il crollo della casa automobilistica in borsa: "Io non credo che l'effetto al ribasso durerà molto; questo perché attualmente ci sono responsabilità limitate al marchio Volkswagen".
La caduta sarà di breve durata, secondo l'economista, e sarà seguita da una ripresa. "Per il momento non sono coinvolte altre case automobilistiche e non credo, nel caso, avverrebbe nella misura in cui è successo a Volkswagen. Certo, un coinvolgimento più ampio potrebbe causare un calo generalizzato della capitalizzazione in borsa del settore automobilistico. Ma Fca, ad esempio, ha dichiarato di lavorare in sinergia con l'agenzia statunitense Epa e dovrebbe essere totalmente al di fuori di questa vicenda".
Sui timori che lo scandalo possa andare a intaccare la ripresa economica, Di Taranto rassicura: "Queste paure si spingono oltre i rischi effettivi. Nonostante Volkswagen detenga il 12% del mercato mondiale delle auto - e abbia assorbito, tra l'altro, anche case italiane quali Bugatti, Ducati, Lamborghini - non sono a rischio né l'economia comunitaria né quella italiana, il cui settore automobilistico dipende principalmente da Fca".
"Il problema si pone soltanto per quanto riguarda la Germania e il made in Germany - continua l'economista - ma il Paese ha accumulato negli anni un'enorme quantità di risorse, tali da metterlo in salvo anche nel caso in cui il crollo Volkswagen in borsa dovesse andare avanti oltre i tempi previsti".