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Lavoro

In Italia 1,3 milioni di persone in movimento per lavorare. Non solo da Sud

10 novembre 2015 | 16.43
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(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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La ricerca di lavoro fa aumentare e modificare gli spostamenti all'interno dell'Italia. Solo nel 2013 si calcola un piccolo esercito di "1,36 milioni di persone che si sono trasferite dalle proprie residenze originarie in cerca di occupazione, di cui mezzo milione 'migrate' in un'altra provincia" ed "il flusso più significativo non è, come da tradizione, dal Sud, ma tra le province del Centro-nord". E' il quadro delineato da Michele Colucci dell'Issm-Cnr che, intervistato dall'Adnkronos, che evidenzia come la ricerca di occupazione sia "un fenomeno trasversale di migrazione interna che riguarda sia gli italiani che gli immigrati".

A spingere al cambiamento "è la necessità di lavoro ma non solo. Anche l'esigenza di formazione e di migliore qualità della vita sono le cause degli spostamenti all'interno del Paese" afferma Colucci che, con Stefano Gallo, ha coordinato il 'Rapporto 2015 sulle migrazioni interne in Italia-Tempo di cambiare' (Donzelli editore) dell’Istituto di studi sulle società del Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Issm-Cnr) di Napoli. "Si spostano gli italiani ma anche gli stranieri immigrati che, una volta giunti in Italia, fanno registrare una mobilità interna superiore ai nostri connazionali" spiega il ricercatore dell'Issm-Cnr che presenterà domani i risultati dello studio nella sede del Cnr di Piazzale Aldo Moro, a Roma.

Lavoro agricolo e lavoro di cura, specie degli anziani, sono i settori che vedono un tasso di mobilità superiore. "A muoversi in cerca di lavoro sono soprattuto le donne straniere tra i 44 ed i 54 anni che cercano occupazione come badanti, un'attività precaria e legata alle esigenze delle famiglie datoriali" evidenzia il ricercatore. Anche gli italiani che si spostano "sono molti" e "molti sono insegnanti", aggiunge. Stando al Rapporto, nel 2013, 216.538 italiani e 76.038 stranieri si sono spostati all’interno delle province del Centro-nord, "ed è dunque questo il movimento migratorio interno prevalente" rimarca Colucci.

In questo scenario, il rapporto dell'Issm-Cnr rileva che "99.552 italiani e 10.417 stranieri si sono spostati lungo la tradizionale direttiva dal Sud al Centro-nord, 67.892 italiani e 6.727 stranieri all’interno delle province del Sud e una cifra non irrilevante di 59.028 italiani e 7.485 stranieri si sono spostati 'all’inverso', dal Centro-nord al Sud" spiega Colucci. "I trasferimenti tra province, che hanno ovviamente più 'valore migratorio', rappresentano circa il 40% del totale e attestano un aumento della mobilità: da 486.000 nel 2003 a 543.677 nel 2013" riferisce il ricercatore.

Per quanto riguarda le province 'calde' come saldo migratorio nel 2013 si attestano in crescita Bologna (+3,9 per mille ); La Spezia (+3,2 per mille); Rimini (+ 2,9 per mille) e Bolzano (+2,9 per mille), mentre in calo ci sono Vibo Valentia (-5 per mille); Reggio Calabria (-4,6 per mille); Caltanissetta (- 4,2 per mille) e Napoli (- 4,0 per mille). "Gli stranieri hanno una tendenza a spostarsi comprensibilmente molto superiore: nel 2013 l’hanno fatto 53,5 persone su mille, contro i non pochi 20 italiani" riferisce il saggio di Corrado Bonifazi e Frank Heins dell'Irpps-Cnr ed Enrico Tucci dell'Istat. "Con la specifica che tra gli italiani si spostano maggiormente gli uomini, tra gli stranieri le donne, in genere badanti e collaboratrici domestiche che cambiano luogo di lavoro" ribadisce Colucci.

E gli stessi luoghi che "prima accoglievano i cosiddetti 'terroni' sono oggi occupati da maghrebini, nordafricani, cinesi, sudamericani" dice lo scrittore Marco Balzano, vincitore del Premio Campiello 2015 con la storia di un bambino emigrato dalla Sicilia a Milano negli anni '50 e intervistato nel volume. "Il nostro studio -avverte Colucci- porta però a sfatare la categoria 'disagio' legata alla migrazione, si parla di 'opportunità' che offre lo spostamento". Ciò significa, osserva l'esperto del Cnr, "che la migrazione è sì legata all'esigenza di occupazione ma è meno traumatizzante del passato". "Gli emigranti, inoltre, sono più consapevoli, sanno quello che cercano, i loro spostamenti sono più pianificati" e la diffusione "dell'uso di internet è un fattore importante in questo cambiamento", rimarca il ricercatore.

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