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Imprese: Ida, la start up che porta il design italiano nel mondo

17 novembre 2015 | 18.00
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Imprese: Ida, la start up che porta il design italiano nel mondo

Favoriscono l'incontro tra offerta e domanda, selezionano quelli che ritengono essere i migliori designer italiani, si propongono quali intermediatori nella finalizzazione di un deal. Si chiamano Federico Baldelli, 30 anni, Francesco Santilli, 27 anni e Dario Martelli, 26 anni e, con un investimento iniziale di 30mila sterline, e grazie anche alla collaborazione con l'Istituto europeo di design e con le Camere di commercio italiane all'estero, hanno lanciato nell'estate di quest'anno Italian Design Agency, una start up con sede a Londra, già operativa su tutti i mercati mondiali. Si tratta di una digital company, nel senso che il business avviene attraverso la rete.

Il sito, www.italiandesignagency.com, è costruito attorno a due bottoni centrali: 'I am a designer' e 'I want to hire a designer', il designer che 'offre' e il cliente che cerca. In questo senso, Ida si propone come intermediatore e riceve una fee laddove si finalizza un contratto. E' contemporaneamente anche un head hunter, se così si può dire, un cercatore di talenti, nel momento in cui cerca e seleziona le 'firme' da proporre.

"Abbiamo chiuso accordi con l'Istituto europeo di design e con le Camere di commercio italiane in giro per il mondo, principalmente Uk e Cina, per la raccolta dell'offerta di design. In pochi mesi - racconta all'Adnkronos Francesco Santilli - abbiamo ricevuto più di 1500 application di designer che mandavano il loro portfolio e una biografia in inglese: a ganarznzia della qualità di ciò che offriamone abbiamo accettati soltanto 200 fino ad oggi".

Per farsi conoscere nei mercati locali, Ida opera attraverso 'ambassador' "una squadra di sales internazionale che parlano le lingue in modo fluente, che hanno interesse nel design. Sono le persone che attivamente ogni giorno promuovono il progetto. In questo modo siamo - racconta Santilli - riusciti a gestire la domanda. Siamo stati contattati da tutto il mondo, da privati e aziende che richiedono il progetto"E richieste sono arrivate "dall'Arabia saudita, dalla Russia per l'interior design, dalla Svizzera, ad esempio, per un follow up di un progetto biomedicale".

In sostanza, chi è alla ricerca di un designer o di un progettista, può rivolgersi all'ambassador locale, oppure cercare nel sito la figura maggiormente compatibile con le sue esigenze. Che possono essere l'arredamento di un appartamento e dunque un progetto di interior o un contract.

Il perché tutto parta da Londra è di facile spiegazione: "Londra corre al doppio della velocità rispetto all'Italia. Siamo riusciti ad aprire la società in tre secondi, ci accomuna una lingua che copre tutto il mondo. Anche se il sito è comunque tradotto in giapponese, cinese, russo, tedesco e arabo". Insomma "siamo a Londra, ma essendo una realtà digital siamo in tutto il mondo". E se a Londra stati invitati all'evento Unbound Digital London 2015 come startup del design made in Italy, presto saranno anche in Italia ospiti del Career day dello Ied di giugno prossimo. Non solo. Su Roma i tre ragazzi stanno studiando una design week per la primavera, per consentire anche a chi non si è mai potuto permettere il Salone del Mobile a Milano di presentare le sue proposte.

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