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Padoan, vogliamo crescita che crei lavoro ma Europa non ha fatto abbastanza

06 febbraio 2016 | 17.56
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Il ministro Pier Carlo Padoan in un recente incontro dell'Eurogruppo
Il ministro Pier Carlo Padoan in un recente incontro dell'Eurogruppo

"Non ci sono scorciatoie alla crescita, e noi vogliamo una crescita che si liberi del passato, del rischio di declino, che crei lavoro solido e permanente" perché la creazione del lavoro "è il metro del successo di una politica economica". E' il monito lanciato dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan che è intervenuto alla scuola di formazione politica del Pd. Padoan ha anche ricordato come "se si ha una strategia economica che favorisce crescita si ottiene anche il risultato di ridurre il debito". E su questo fronte - ha ricordato - "abbiamo avuto una buona notizia dalla Commissione Europea, e cioè che dal 2016 il debito italiano inizierà a diminuire".

Ma proprio perché "la qualità di una economia si valuta sulla sua capacità di creare lavoro" per Padoan anche "gli strumenti che l'Europa si sta dando vanno valutati su questo metro ma su questo l'Unione Europea non ha fatto abbastanza". E "il governo lo dice in tutte le sedi" ha rivendicato.

Il ministro ha anche riconosciuto come le politiche nazionali, in particolare con le necessarie riforme strutturali, sostengano l'azione della Bce, il cui "Quantitative Easing è uno strumento potentissimo, necessario ma non sufficiente": serve insomma che "le politiche strutturali nei vari paesi mettano in condizione i rispettivi paesi di trarre beneficio della politica monetaria accomodante".

Negli Stati Uniti, aggiunge il ministro, il "Qe ha funzionato meglio perché le liquidità della Fed hanno trovato un sistema più favorevole alle imprese, ci sono meno ostacoli strutturali".

Padoan ha colto anche l'occasione per ricordare che "il sistema bancario italiano è molto solido e si sta solidificando". Certo, ha riconosciuto, "l'Italia è un Paese che si basa quasi esclusivamente sul credito, ese l'economia va male le banche che hanno prestato alle imprese soffrono. Da qui l'accumulo delle sofferenze". Ma- ha ricordato- "al di la' dei numeri si può dire che il sistema bancario ha resistito a questa crisi, senza maggiore crisi bancarie e senza aiuti di Stato contrariamente a quanto accaduto in altri paesi dell'area dell'euro come la Germania"..

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