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Innovazione, Diana Bracco: "E' l'anno della svolta. Industria 4.0 e Pnr scommesse da vincere"

13 maggio 2016 | 09.43
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Diana Bracco, Vicepresidente Confindustria Ricerca e Innovazione (Foto Fotogramma  - FOTOGRAMMA
Diana Bracco, Vicepresidente Confindustria Ricerca e Innovazione (Foto Fotogramma - FOTOGRAMMA

"La ricetta per far ripartire l' Italia è puntare su Ricerca e Innovazione. Come Confindustria lo predichiamo da tempo, e ora registriamo, con soddisfazione, tre novità di rilievo". A stigmatizzarlo è Diana Bracco, Vice Presidente Confindustria per Ricerca e Innovazione, in un suo intervento su "Il Sole 24 Ore". "In occasione del suo insediamento il 10 maggio, il neoministro per lo Sviluppo Economico,Carlo Calenda, ha espresso lo stesso concetto, -scrive Diana Bracco- ponendo una grande enfasi su Industria 4.0 e sull' innovazione".

"Ieri il Senato della Repubblica ha approvato il DDL di conversione del decreto legge sulla scuola, decreto chiave del Governo di Matteo Renzi che contiene anche misure importanti per la ricerca, a iniziare dal progetto Human Technopole. Il primo maggio, festa del lavoro, il Cipe ha varato l' attesissimo Piano Nazionale della Ricerca. Per le imprese italiano sono notizie incoraggianti" indica la Vice Presidente Confindustria per Ricerca e Innovazione.

"Nel Pnr -continua Diana Bracco- ci sono 2,5 miliardi di investimenti programmati da qui al 2018. È vero che le risorse per la collaborazione pubblico privato e la ricerca industriale sono prevalentemente puntate sulle aree in ritardo di sviluppo, ma non c'è dubbio che lo sforzo del Governo c' è stato".

Confindustria, scrive la Vicepresidente per la Ricerca e l'Innovazione, "auspica anche che in questi anni il programma faccia leva generando quell'effetto moltiplicatore che tutti auspichiamo. Uno a sei è l'impatto stimato dal documento presentato al Cipe, che tradotto in cifre sono quattordici miliardi di investimenti da qui al 2020. L'obiettivo è ambizioso, come è giusto che sia".

"Qui sta il fulcro dell'impalcatura di tutto il Pnr, la relazione virtuosa che saprà generarsi tra sapere ed economia reale nella trasformazione della conoscenza in valore economico. Questa -esorta- è la scommessa decisiva per il suo successo. Una scommessa da vincere anche con l'alleanza tra pubblico e privato". "Oggi la ricerca italiana -osserva ancora Bracco- non ha una struttura di governo, di selezione e valutazione dei programmi, efficiente e in grado di gestire piani complessi. Qualunque sia la struttura che il Governo sceglierà, è chiaro che dobbiamo uscire dagli schemi tradizionali".

"Occorre creare -conclude la Vicepresidente di Confindustria per la Ricerca e l'Innovazione- una forte discontinuità che ci allinei con i sistemi che hanno fatto della ricerca una leva strategica per la crescita. Il 2016 per l'Italia potrebbe essere davvero l'anno di svolta".

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