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Manovra, ipotesi via libera lampo al Senato senza modifiche

05 dicembre 2016 | 19.14
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Banche, eco bonus e giochi. Sono diversi i capitoli della legge di bilancio 2017 che devono ancora essere 'corretti' dal Parlamento, e che aspettavano la loro occasione al secondo turno di palazzo Madama. Ma le dimissioni del governo, dopo la sconfitta al referendum, potrebbero avere delle conseguenze sugli accordi presi per cambiare la manovra. E si sta profilando in queste ore anche l'ipotesi che si arrivi a una approvazione lampo a Palazzo Madama, licenziando il testo uscito dalla Camera che, se approvato senza modifiche, terminerebbe così il suo iter.

Da domani, secondo i programmi, il Senato inizierà a esaminare l'ex finanziaria, con un elenco della spesa che parte dalle modifiche saltate all'ultimo momento alla Camera, sugli incentivi per le ristrutturazioni energetiche di parti condominiali e la possibilità di utilizzare il bonus anche da parte degli incapienti. La misura che Montecitorio non è riuscita a introdurre, e che sarebbe dovuta tornare a Palazzo Madama, consentirebbe di 'vendere' il credito fiscale ai fornitori, che hanno effettuato gli interventi o ad altri soggetti privati.

C'è poi il capitolo delle banche, con la norma sulle contribuzioni addizionali, previsto nella legge di bilancio presentato dal governo e giudicato inammissibile dalla commissione Bilancio per estraneità di materia. A poco è servito il tentativo di far rientrare dalla finestra quello che era uscito dalla porta, con la presentazione di un emendamento al decreto legge collegato alla manovra. Un accordo tra esecutivo e parlamento sarebbe stato possibile se, insieme al fondo di risoluzione, fosse entrato anche il tema delle banche popolari, modificando il tetto oltre il quale diventa obbligatoria la trasformazione in società per azioni. Il tentativo è fallito e adesso la palla è passata al Senato. L'altra voce che è stata 'conservata' per il secondo passaggio parlamentare è quella dei giochi, e in particolare del riordino dell'offerta, delle distanze e degli orari. Prima di presentare una proposta il governo voleva raggiungere un'intesa con gli enti, che si riuniranno nella conferenza unificata il prossimo 15 dicembre.

Difficile dire ora cosa accadrà. Il pericolo maggiore che si corre è quello di finire nell'esercizio provvisorio, cioè non riuscire ad approvare il provvedimento entro il 31 dicembre. Un rischio che, fino a ieri, è stato prospettato come improbabile e che, per essere scongiurato, potrebbe spingere il parlamento all'approvazione dell'ex finanziaria.

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