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Manovra, mercoledì il via libera definitivo al Senato

06 dicembre 2016 | 14.44
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La manovra 2017 domani sarà legge. L'esame dell'ex finanziaria, iniziato oggi in commissione Bilancio a palazzo Madama, durerà poco più di 24 ore. L'assemblea licenzierà il provvedimento, con voto di fiducia, senza modificare il testo uscito dalla Camera, che quindi terminerà il suo iter in Parlamento. Il Senato non toccherà palla sulla prima legge di bilancio, mentre Montecitorio è riuscita a inserire solo misure marginali, che non hanno modificato i saldi e non ha cambiato i contorni del quadro economico per il prossimo anno, disegnato dal Consiglio dei ministri. Nonostante sia scontato che il disegno di legge non verrà modificato, la commissione Bilancio deve comunque esaminare il provvedimento, e per farlo avrà tutta la notte, anche se probabilmente non ne avrà bisogno. Dalle 9.30 di domani mattina la manovra sarà all'esame dell'aula, ed entro lo stesso termine dovranno essere presentati gli emendamenti. Il calendario deciso dalla capigruppo prevede il voto con fiducia sulla prima sezione del ddl, che contiene il cuore della manovra, a partire dalle 13.30 (dopo le dichiarazioni di voto che inizieranno alle 12.00). Poi si passerà alla votazione degli eventuali emendamenti e degli articoli che compongono la seconda sezione del disegno di legge (cioè la parte tabellare).

L'ex finanziaria da 29,1 miliardi di euro, peggiora il saldo strutturale di 0,4 punti percentuali portando il deficit al 2,3%, il governo ha avuto un bel po' da fare con Bruxelles per convincere i partner che le risorse aggiuntive servono a coprire uscite extra, come l'emergenza migranti e i terremoti. E ancora oggi arrivano degli avvisi dall'Europa che, dopo il referendum e prima di sapere cosa succederà in Italia, ribadisce la necessità di inserire misure addizionali perché altrimenti rischia di non rispettare i requisiti del patto di stabilità. Tre i pilastri principali su cui poggia la manovra: fisco, investimenti e welfare. Il primo dei tre è composto dall'intervento che ha richiesto il maggiore impegno, in termini economici: il blocco dell'aumento dell'Iva che è costato più di 15 miliardi di euro. A cui si aggiunge la riduzione dell'Ires dal 27,5% al 24%. La seconda colonna è costituita dal programma 'industria 4.0' e, secondo le stime del governo, dovrebbe mobilitare risorse per 20 miliardi di euro. L'ultimo capitolo è composto principalmente dalle misure previdenziali, che vanno dall'aumento della no tax area, all'ottava salvaguardia per gli esodati, arrivando all'ape e all'ape sociale. Sul fronte sanitario si conferma il finanziamento di 113 miliardi di euro per il servizio sanitario nazionale; mentre per il pubblico impiego arriva lo sblocco dei contratti, grazie a 1,9 miliardi che dovranno essere divisi tra gli statali, le forze armate e corpi di polizia.

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