Ancora un paio di settimane per il piano industriale di Alitalia. I tempi supplementari, rispetto alla prima scadenza ipotizzata per la fine di gennaio, serviranno ad apportare tutti i correttivi necessari alla proposta dell'amministratore delegato Cramer Ball . Le obiezioni che stanno arrivando dall'advisor Roland Berger, per conto delle banche azioniste e anche di Etihad, sarebbero sostanziali, sia in termini di sostenibilità economica sia di strategia industriale: servirebbe una riduzione dei costi molto più consistente rispetto a quella indicata e, soprattuto, una chiara svolta rispetto alle prospettive di sviluppo della compagnia. "Non si tratta di correggere qualche numero ma di riscrivere un piano industriale che abbia la forza di garantire un nuovo importante sforzo finanziario da parte dei soci", sintetizzano all'Adnkronos foni vicine al dossier.
La compagnia, invece, non commenta le indiscrezioni, parlando di speculazioni premature ed evidenziando che l'advisor è al lavoro sul piano. Un lavoro che andrà avanti ancora per un paio di settimane.
Intanto, dal fronte sindacale si ribadisce sempre la stessa posizione: prima di avviare la trattativa sul nuovo contratto di lavoro, Alitalia deve scoprire la carte sul nuovo piano industriale. Un'indicazione che, spiega la Filt Cgil, è stata ribadita all'incontro che si è svolto lunedì con l'azienda che aveva all'ordine del giorno l'avvio del negoziato sul nuovo contratto collettivo. Incontro al quale, riferisce l'organizzazione sindacale in una nota agli iscritti, non era presente l'amministratore delegato Cramer Ball, in Irlanda per rinegoziare con i lessors i costi dei leasing di alcuni aeromobili. Al termine della riunione, è stato confermato lo sciopero proclamato per il 23 febbraio prossimo mentre il prossimo appuntamento tra le parti è stato fissato per il 2 febbraio.