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Nasce Confindustria Moda, Marenzi: "Ora avremo più peso"

Claudio Marenzi
Claudio Marenzi
28 marzo 2017 | 15.42
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Quasi 90 miliardi di fatturato, 600mila posti di lavoro, una quota di export introno al 62% pari a 54 miliardi di euro. E' la moda italiana. Un settore leader in Europa, con una quota (per valore aggiunto) sul totale dei paesi dell'Unione europea del 34%. Che arriva al 50% se si considera che l'Italia produce anche per molti brand stranieri. E che da oggi, a livello industriale viene rappresentata da Confindustria Moda (che raggruppa le imprese associate a Smi e a Fiamp, che a sua volta ricomprende Aimpes, Aip, Anfao, Assocalzaturifici e Federorafi e a breve Unic).

Una realtà che, dunque, potrà far sentire il proprio peso all'interno del sistema confindustriale: "avremo un peso maggiore" spiega il presidente di Smi e neo presidente di Confindustria Moda, Claudio Marenzi. "Prima avevamo un solo posto in consiglio, mentre la Fiamp nessuno. Ora, messi insieme, ne avremo due. Diventiamo la seconda associazione all'interno di Confindustria. Con i nostri 52 miliardi eravamo l'ottava, oggi, messi tutti insieme raggiungiamo 90 miliardi e diventiamo la seconda. Ciò significa che anche rispetto al Governo, quando chiede a Confindustria di elaborare delle strategie industriali, al tavolo dovrà fare sedere anche noi. Fino ad oggi sedevano solo Federchimica e Federmeccanica e le partecipate".

Questa è anche la ragione della scelta del nome: "Confindustria Moda, perché è quello che noi siamo, un sistema all'interno di Confindustria" chiosa Marenzi che aggiunge: "siamo un settore leader in Europa, di gran lunga superiore alla Francia, soprattutto se si pensa alla quota di prodotti che vengono realizzati in Italia. I numeri sono impressionanti".

Per il presidente degli industriali Vincenzo Boccia "la moda rappresenta "la punta avanzata del sistema industriale italiano. Insieme all'agroalimentare sono settori di punta che, nonostante la crisi, non hanno arretrato. Sono settori che dobbiamo attenzionare, l'esempio e l'emblema del made in Italy nel mondo, della bellezza e dell'equilibrio".

"Oggi siamo particolarmente orgogliosi che sotto una federazione unica si raggruppa la qualità, l'emblema, lo stile, un modo di essere italiano. Grande punta avanzata - chiosa - dal punto di vista industriale sul quale dobbiamo investire e puntare, come Paese e come industria italiana".

Marenzi evidenzia anche che la moda "può dare lavoro e in futuro anche di più. Si è sempre parlato di un reshoring, tema che non è mai stato poi di fatto affrontato in maniera corretta anche a causa dei limiti che l'Europa ci impone. Ma abbiamo grandi potenzialità, perché c'è una grande voglia di made in Italy nel mondo. Non solo del consumatore finale, ma dei marchi a produrre. Dunque non solo nel settore dell'abbigliamento, ma anzi magari anche di più in quello dell'occhialeria e degli accessori". Insomma è "una grande sinergia quella che abbiamo creato oggi".

Nei prossimi mesi, "cominceremo ad essere operativi su alcune grandi funzioni: il centro studi, che è fondamentale per ragionare su strategie future, la parte sindacale e la parte legale. Questi sono i primi tre temi che abbiamo messo a fattore comune. Adesso noi iniziamo a lavorare più sull'aspetto industriale e di strategia".

Il sistema di governance di cui si è dotata Confindustria Moda prevede l'alternanza alla presidenza tra Smi e Fiamp, con mandati biennali e due direttori generali con deleghe specifiche: Gianfranco di Natale, attuale direttore generale di Smi e Astrid Galimberti, che ricopre il medesimo ruolo in Anfao.

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