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Rifiuti

Rifiuti, da Verona allo Zintan, Amia porterà suo know how in Libia

28 marzo 2017 | 14.55
LETTURA: 3 minuti

Intervista al presidente della municipalizzata veneta dei rifiuti

Andrea Miglioranzi
Andrea Miglioranzi

Di solito, nel dibattito politico, sono considerate "troppe", "ingessate", "da riformare". A volte, invece, le municipalizzate fanno scuola, portando il loro know how in contesti dove l'innovazione non ha nemmeno le infrastrutture per attecchire. E' il caso di Amia, l'utility veronese dei rifiuti che scommette sulla Libia e punta a firmare contratti nell'ordine dei 10 milioni di euro per il lancio di progetti infrastrutturali a Zintan, nel Nord Ovest del Paese. A metà marzo, un viaggio insieme al sindaco Flavio Tosi insieme ad altri imprenditori e aziende italiane ha posto le basi per opportunità di cooperazione.

"Quando le aziende pubbliche sono efficienti, i benefici riguardano tutti", spiega all'Adnkronos Andrea Miglioranzi, presidente di Amia Verona. "La nostra idea - continua - è che i servizi quotidiani ai cittadini possono essere affiancati da altre attività remunerative per gli azionisti e per l'intera collettività". Da qui, le missioni 'esplorative' del gruppo: prima in Albania, dove Amia oggi raccoglie e ricicla i rifiuti di Tirana. Adesso in Libia, in un'area relativamente pacifica che ospita i giacimenti dell'Eni.

"A giorni, riceveremo i dati raccolti durante il nostro sopralluogo sulla produzione pro-capite di rifiuti per avere un'idea del da farsi e iniziare a pensare un piano industriale: la situazione che abbiamo visto - dice Miglioranzi - è di grande arretratezza ma tra la popolazione locale c'è una gran voglia di ripartire".

In tutto, tra i progetti di sviluppo a cui potrebbero partecipare le aziende italiane c'è il potenziamento dell’aeroporto di Zintan, la costruzione di un nuovo ospedale da 400 posti, otto nuove scuole, la realizzazione di un nuovo centro commerciale, strade, un albergo e un nuovo municipio. I gruppi che si aggiudicheranno i lavori saranno pagati 'Italia su Italia', con la ricchezza accumulata in Italia dalle varie autorità libiche, fondi sovrani e banca centrale: alcuni fondi arrivano dal patrimonio accumulato da Gheddafi in Italia e sequestrato durante la guerra.

Insieme ad Amia, il 13 marzo scorso in Libia c'erano anche Grandi Lavori Fincosit, Seli Overseas, Impresa Pietro Cidonio, Unieco, Gemmo, Laurenti. "Per tutti i progetti si possono stipulare accordi per 900 mln di euro", rivela Miglioranzi. L'idea del management di Amia è lavorare in partnership con la municipalità locale: dopo aver portato un piano con strutture e mezzi, "assistere le aziende locali finché non saranno in grado di andare avanti con le loro gambe”.

La Romania potrebbe essere la prossima tappa della multiutility: "Il Governo rumeno ci ha chiesto espressamente di portare il nostro know how nel Paese dell’Est Europa”.

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