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Caso Telecom: che succede ora?

14 settembre 2017 | 12.18
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di Federica Mochi

Per la Consob non ci sono dubbi. Vivendi, il gruppo francese guidato da Vincent Bolloré, controlla de facto Tim. Un verdetto arrivato ieri sera e contestato dalla società parigina, che in una nota ha già mostrato i muscoli, annunciando ricorso e precisando che la valutazione della Consob "si discosta in maniera rilevante dalla consolidata interpretazione in materia di controllo societario". Per l'imprenditore bretone si apre ora una fase delicata, che potrebbe costringerlo a rimettere mano ai suoi piani finanziari. La strada, per il presidenti di Vivendi, è tutt'altro che in discesa. Ma cosa succederà ora e quali sono gli scenari che si prospettano?

IL CONSOLIDAMENTO DEI CONTI - Secondo quanto prevede il codice civile italiano, Vivendi avrebbe l'obbligo di consolidare nel proprio bilancio anche i conti della società controllata. Il gruppo francese pur non toccando quota 25% del capitale Telecom Italia, esercita sulla società un controllo pari al 23,9%.

L'OPZIONE GOLDEN POWER - In seguito alla decisione della Consob, Palazzo Chigi potrebbe sanzionare i francesi per la mancata notifica della loro posizione in Tim. Un mese fa il governo ha avviato un'istruttoria su Tim per verificare il ruolo di direzione e controllo dichiarato dai francesi di Vivendi e valutare la sussistenza di obblighi di notifica. Secondo quanto previsto dalla legge, prima di diventare effettivi, i cambi di governance devono essere notificati alla Presidenza del Consiglio. Inoltre, i piani di Bolloré potrebbero essere minacciati dai poteri del 'golden power' previsti dal decreto legge del 15 marzo 2012 e che conferisce all'Esecutivo poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale e nelle attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni.

L'INTERVENTO DI AGCOM - Sulla vicenda Telecom è intervenuta anche l'Agcom, l'Authority garante delle comunicazioni. La commissione guidata da Angelo Cardani ha preso atto del piano messo a punto da Vivendi per ottemperare alla delibera di aprile (per la quale Vivendi ha a disposizione un anno di tempo per rimuovere la posizione 'vietata' in Mediaset o in Telecom Italia) dando il via libera all'individuazione del blind trust, in cui far confluire la quota eccedente il 10% di Mediaset.

E MEDIASET? - Sulla scalata a Mediaset, l'Agcom ha ribadito che la sua attività di monitoraggio per verificare che Vivendi non eserciti "un'influenza notevole" sul gruppo di Cologno "resta ferma". Lo scorso aprile l'Autorità per le Comunicazioni aveva stabilito che il gruppo di Bolloré, detenendo il 23,9% di Tim e il 28,8% delle azioni Mediaset violasse l'articolo 43 comma 11 del Tusmar, testo unico per i media e l'audiovisivo. Vivendi ha quindi un anno di tempo per scendere nel capitale di Mediaset o di Tim.

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