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Alimenti: dal reddito alla differenziata, ecco cosa influenza l'acquisto bio

31 ottobre 2014 | 15.29
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Alimenti: dal reddito alla differenziata, ecco cosa influenza l'acquisto bio

Dal reddito al titolo di studio fino ad arrivare alla raccolta differenziata. Ad influenzare la propensione all'acquisto dei prodotti biologici, infatti, non sono solo fattori socio-demografici ma anche stili di vita. Lo rileva un'indagine Nomisma, su incarico di BolognaFiere e in collaborazione con Federbio, dal quale emerge che c'è sempre più bio nelle case degli italiani. Si attesta, infatti, al 59% la quota di famiglie che negli ultimi 12 mesi ha acquistato almeno una volta un prodotto alimentare a marchio bio, registrando un aumento del 4,5% rispetto al 2013.

Diversi sono fattori che incidono sulla propensione all’acquisto di prodotti a marchio biologico: il reddito (il tasso di penetrazione è più alto nelle famiglie con reddito mensile familiare medio-alto, 69%), la presenza di figli in età pre-scolare (69%), un elevato titolo di studio del responsabile degli acquisti alimentari della famiglia (67%). Ma incidono anche gli stili di vita: chi fa esercizio fisico/sport (62%), la raccolta differenziata dei rifiuti (61%) ma soprattutto chi è vegetariano o vegano (78%) o, in generale, chi ha disturbi o malattie che impongono grande attenzione alla dieta (68%).

I prodotti ortofrutticoli freschi si confermano la categoria su cui ricade il maggiore interesse del consumatore italiano: oltre il 70% delle famiglie acquirenti dichiara di aver acquistato frutta e verdura a marchio bio in almeno una occasione negli ultimi 12 mesi. Grande successo riscuotono anche uova (57%), yogurt (50%), olio extra vergine d’oliva (49%), marmellate (45%), miele (35%). Tra gli acquirenti, importante è la penetrazione anche del vino (22%).

Quanto al canale d' acquisto, l'indagine rivela che chi acquista bio con più frequenza nella Gdo (58% delle famiglie acquirenti) lo fa più per comodità che per convenienza (17%). Per chi acquista bio soprattutto nella Gdo, le promozioni si confermano un fattore determinante: il 12% entra nel punto vendita con la decisione già presa grazie alla consultazione del volantino promozionale e un ulteriore 28% valuta le offerte promozionali sul bio presenti sugli scaffali.

A questo target, si aggiunge un 29% che decide cosa acquistare prima di entrare in iper e super, perché ha abitudini di acquisto di prodotti bio piuttosto consolidate. Chi preferisce i negozi specializzati per fare la spesa bio lo fa soprattutto per l’assortimento offerto (55%). Tra le altre motivazioni, è rilevante la fiducia che il consumatore ripone nei prodotti offerti dai negozi specializzati in prodotti bio (23%).

Non vi sono segnali di inversione di tendenza nemmeno per il 2015: le previsioni di spesa per prodotti alimentari a marchio bio sono segnalate in crescita per il 19% degli attuali acquirenti; un ulteriore 70% ritiene che manterrà stabile la spesa. La quota di chi prevede una spesa bio in contrazione (solo l’11% degli attuali acquirenti) sarà probabilmente compensata dalla capacità di attrazione di nuovi consumatori: il 32% di chi oggi non acquista si dichiara propenso alla sperimentazione, soprattutto se le marche dei prodotti preferiti inserissero una linea bio e se fossero in assortimento nei negozi abitualmente frequentati.

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