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Ambiente: domani Earth Day, da agrometeo a foreste in campo anche il Cra

21 aprile 2015 | 15.30
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Dagli studi per l'agricoltura alla tutela delle eco-risorse e del suolo, sono decine gli studi attivati dai ricercatori dell'Istituto. E gli esperti avvertono: "La gestione sostenibile del nostro 'capitale naturale' coinvolge oltre 125.000 imprese e più di 720 mila addetti"

(foto Infophoto)
(foto Infophoto)

Il bosco come visione biologica complessa, le foreste come 'capitale naturale' italiano, le previsioni agrometeorologiche. Sono queste alcune delle ricerche che il Cra-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, mette in campo per celebrare l'Earth Day, la giornata mondiale della Terra che si celebra domani in tutto il mondo da 45 anni. I ricercatori delle diverse strutture dell'istituto di ricerca stanno infatti lavorando su molteplici fronti, con il comune proposito di dimostrare che "la tutela della risorse naturali coincide di fatto con il benessere e, in definitiva, con la sopravvivenza dell’uomo". E quindi, il Cra-Silvicoltura sta studiando la gestione più efficace e sostenibile delle foreste italiane, "un vero e proprio 'capitale naturale' -spiegano i ricercatori- che occupa il 29% del territorio nazionale, quasi 9 milioni di ettari, che interessa oltre 125.000 imprese e più di 720 mila addetti". Un settore, inoltre, che svolge numerose funzioni sempre più strategiche nell’economia del Paese: la tutela idrogeologica, la regolazione del ciclo dell’acqua, la conservazione del paesaggio e della biodiversità, l’assorbimento di anidride carbonica dall’atmosfera e le attività turistico-ricreative, di didattica ambientale, di valorizzazione dei prodotti non legnosi. Ma non è tutto.

I nostri boschi, infatti, sottolineano gli esperti del Cra, "sono fondamentali nel mitigare i cambiamenti climatici: il carbonio stoccato nella sola parte in superficie è pari a 437 milioni di tonnellate, mentre il potenziale di assorbimento di anidride carbonica assomma a 16,2 megatonnellate di CO2 per anno". Inoltre, "non può essere sottovalutata -evidenziano ancora i ricercatori- la ricchezza in biodiversità che vi è custodita". Rispetto al totale di specie presenti in Europa, in Italia si contano oltre il 30% di specie animali e quasi il 50% di quelle vegetali, il tutto su una superficie di circa 1/30 di quella del continente. E ancora. Il Cra-Meteorologia, studia gli impatti del cambiamento climatico sui sistemi agroforestali e naturali. In particolare, sono in via di realizzazione un sistema di previsioni agrometeorologiche specifiche per la meccanizzazione agricola, attraverso lo sviluppo di indicatori di lavorabilità e trafficabilità dei suoli e di un sistema di allerta caldo per i bovini da latte; l’Atlante italiano del clima e dei cambiamenti climatici; la stima attuale e futura della vulnerabilità ambientale ai processi di desertificazione e l’individuazione delle possibili misure di contrasto.

Sempre sul fronte meteoclimatico, i ricercatori del Cra stanno realizzando la caratterizzazione fenologica della vegetazione telerilevata grazie all'uso di satelliti quali Noaa-Avhrr, Modis e Spot Vgt e la realizzazione della relativa cartografia tematica a scala regionale; la stima della capacità di mitigazione dei cambiamenti climatici da parte dei sistemi agro-forestali, attraverso il sequestro del carbonio atmosferico nei comparti vegetali; la produzione di specifiche previsioni agrometeorologiche a breve termine (fino a 6 giorni), diffuse on-line tramite sito web del Mipaaf e il monitoraggio delle anomalie della stagione agraria, implementazione della Banca Dati Agrometeorologica Nazionale con dati meteo storici per migliorare la base dati di riferimento climatico. Inoltre il Cra-Relazioni Pianta e Suolo si occupa del suolo, preziosa risorsa non rinnovabile, che ospita oltre il 95% della biodiversità esistente sulla Terra, di cui rappresenta una sorta di epidermide. Infine il Cra- Inea è impegnato nello studio del suolo con il progetto Life+ Sam4Cp "Soil Administration Model 4 Comunity profit" che si propone una corretta pianificazione e regolazione dell’uso del suolo, integrando politiche specifiche con la valutazione dei risvolti economici nonché delle ricadute sulla capacità produttiva, sulla disponibilità di materie prime, sulla biodiversità, sul ciclo del carbonio, sul ciclo idrologico, sul patrimonio paesaggistico e ambientale, sulle funzioni delle aree rurali e sulla pericolosità idrogeologica.

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