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Ambiente: Captor, cittadini coinvolti nel rilevamento dell'ozono

07 agosto 2017 | 13.58
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Ambiente: Captor, cittadini coinvolti nel rilevamento dell'ozono

Coinvolgere le comunità locali per ottenere dati di qualità sugli inquinanti presenti nell’aria, con una particolare attenzione all’ozono troposferico che ha effetti rilevanti sulla salute umana, sugli ecosistemi e sull’agricoltura, in particolare durante la stagione estiva e nelle aree rurali e periurbane. Insomma, sono i cittadini ad essere chiamati a monitorare l'ambiente in cui vivono, secondo i principi della 'citizen science' che vede la partecipazione attiva della comunità locale nell’attività di ricerca.

In questo caso specifico s’inserisce il progetto Captor sul monitoraggio dell’ozono (www.captor-project.eu/it/) con Arpa e Legambiente in prima fila. Inizialmente sono stati installati cinque sensori di monitoraggio presso la centralina Arpa di Osio Sotto per 10 giorni in modo da calibrare i sensori sui parametri del sistema pubblico di rilevamento. Tre di questi, successivamente, sono stati collocati nella bergamasca nelle case di volontari a Stezzano e Ponte San Pietro e nella scuola secondaria di Primo Grado Paolazzi Pontida dell’Istituto Comprensivo di Cisano Bergamasco.

I dispositivi rimarranno sul posto fino a metà settembre, sotto la supervisione di tecnici di Legambiente, che supporteranno i volontari nella manutenzione e nella rilevazione dei dati, resi pubblici attraverso la piattaforma online di Captor. L’area bergamasca è stata selezionata tra le aree soggette al rischio di inquinamento da ozono in quanto i cittadini hanno risposto con una grande disponibilità e interesse.

“La pianura Padana è l’area in Europa con le maggiori concentrazioni di ozono, legate sia alla conformazione geografica che non favorisce il ricambio d’aria sia all’elevata pressione antropica – spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – L’aspetto più significativo del progetto è che il coinvolgimento dei cittadini contribuisce ad aumentare la consapevolezza della presenza dell’inquinamento da ozono e dei rischi ad esso legati, basata su evidenze e conoscenze scientifiche".

L’obiettivo è di fornire nuove indicazioni puntuali sull’inquinamento dell’aria in particolare per quanto riguarda l’ozono rafforzando la relazione tra istituzioni pubbliche e cittadini. Questa azione inoltre vuole stimolare nuove politiche pubbliche di monitoraggio e controllo.

Il progetto Captor vede, a fianco di Legambiente, istituti di ricerca, università e associazioni italiane, spagnole e austriache impegnati in tre aree di test: in Spagna (Catalogna, l’area a nord-ovest di Barcellona), in Austria (la zona suburbana di Vienna) e in Italia (la pianura padana, con attività nelle zone suburbane o nelle piccole provincie di Piemonte, Lombardia e Emilia-Romagna e Veneto). Si tratta della prima esperienza di stretta collaborazione tra un’istituzione pubblica quale è Arpa, l’ambientalismo scientifico rappresentato da Legambiente e i cittadini.

"Come Arpa – sottolinea il direttore generale Michele Camisasca – abbiamo dato e continuiamo a dare il nostro supporto tecnico-scientifico a tutti i progetti di respiro europeo. Nel caso di Captor il nostro apporto è sulle rilevazioni effettuate, oltre naturalmente a una stretta collaborazione nei momenti di discussione dei risultati e successivamente di comunicazione al pubblico di un tema molto sentito come quello dell’ozono".

"È sicuramente un’iniziativa di grande interesse soprattutto per il coinvolgimento diretto dei cittadini - continua Camisasca - che permette di creare una coscienza comune, base solida per poi studiare e risolvere il problema, e dunque utile a stimolare anche nuove politiche di controllo, attraverso la collaborazione tra enti pubblici e privati".

Il progetto rientra nel bando europeo “Horizon2020 - ICT10: Collective Awareness Platforms for Sustainability and Social Innovation”, il cui scopo è rendere i cittadini più informati e partecipi e, pertanto, capaci di adottare comportamenti e stili di vita, individuali e collettivi, più sostenibili anche con il supporto di piattaforme digitali di condivisione.

I dati registrati dalle centraline sono consultabili in tempo reale sul portale www.captorlegambiente.it

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