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Clima: dal fisco alle rinnovabili, appello delle imprese per la Cop21/Focus

29 novembre 2015 | 12.01
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(Infophoto)
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Da una riforma fiscale che contenga una carbon tax a gettito invariato all'incentivazione di interventi di efficienza energetica, dalla crescita delle rinnovabili al sostegno dell'agricoltura di qualità e, naturalmente, la richiesta che a Parigi vengano adottati target vincolanti. Duecento aziende nazionali grandi, medie e piccole che hanno sottoscritto in vista della Cop21 di Parigi, l'Appello per il clima lanciato dal Consiglio Nazionale della Green Economy , formato da 64 organizzazioni di imprese green.

L'appello, consegnato al ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, porta, tra le tante firme, anche quelle di aziende come Erg Renew, Poste Italiane, Terna, Gse, Barilla, Carlsberg, BioChemtex, Ferrovie dello Stato, Novamont, Philips Italia, Unilever Italia e L'Oréal Italia. Ecco cosa propone:

- rafforzare le misure nazionali di mitigazione e adattamento tenendo conto che il nostro Paese è particolarmente esposto agli impatti del cambiamento climatico;

- adottare alla Conferenza di Parigi target legalmente vincolanti, ripartiti tra gli Stati secondo criteri di equità e in grado di limitare l'innalzamento della temperatura al di sotto della 'soglia di sicurezza' dei 2°C (mentre secondo il rapporto della Unfccc con i contributi volontari presentati fino a oggi si arriverebbe a un aumento della temperatura di ben 3°C);

- promuovere una seria riforma fiscale che, tramite forme di carbon tax anche associate ad altri sistemi di carbon pricing, sia in grado di attribuire i giusti costi alla CO2, alleggerendo al tempo stesso la pressione fiscale su lavoro e imprese ed eliminando i sussidi dannosi per l'ambiente, a cominciare dai 510 miliardi di dollari di incentivi mondiali alle fonti fossili, da riallocare in chiave green;

- sviluppare l'enorme potenziale degli interventi efficaci sull'efficienza energetica in tutti i settori, a cominciare da mobilità, industria ed edifici;

- sostenere la crescita delle fonti rinnovabili, evitando interventi come quelli che in Italia hanno portato tra il 2011 e il 2014 al crollo della potenza elettrica da fonte rinnovabile installata da oltre 11.000 a meno di 700 MW/anno;

- sostenere il ruolo strategico dell'agricoltura, sia in termini di mitigazione che di adattamento, e il potenziale positivo dell'eco-innovazione, in particolare orientata alla circular economy, per ridurre le emissioni anche aumentando l'efficienza nell'uso delle risorse.

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