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Clima: Legambiente, una grande occasione sprecata in Ue, Italia 'notaio' di turno

24 ottobre 2014 | 10.12
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Duro il commento del presidente Cogliati Dezza: "i leader hanno addirittura peggiorato la proposta già poco ambiziosa e inadeguata", mentre l'Italia si è limitata a svolgere un "ruolo notarile".

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“Una grande occasione sprecata. L’Italia si è limitata a svolgere un ruolo semplicemente notarile di presidente di turno dell'Unione europea cedendo alla minacce di veto britanniche e polacche. Il nostro governo ha mostrato la sua scarsa capacità di leadership e volontà politica di investire nello sviluppo di un'economia europea a basse emissioni di carbonio cedendo alla lobby del fossile”. Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza ha commentato la decisione del Consiglio Europeo su Clima e Energia.

Secondo Legambiente, infatti, "i leader europei hanno addirittura peggiorato la proposta poco ambiziosa e inadeguata della Commissione uscente. Il Consiglio propone tre obiettivi comunitari al 2030: 40% di riduzione interna delle emissioni di Co2 vincolante per gli Stati membri; aumento al 27% per le rinnovabili, vincolante solo a livello comunitario; incremento al 27% dell’efficienza energetica, mantenendo questo obiettivo solamente indicativo".

Il livello di ambizione comunitario degli obiettivi climatici ed energetici concordati dal Consiglio Europeo, sottolinea Legambiente, "non è coerente con la traiettoria di riduzione delle emissioni di almeno il 95% al 2050, la sola in grado di contribuire a contenere il riscaldamento del pianeta almeno sotto la soglia critica dei 2 gradi centigradi. Ridurre le emissioni dell’80% entro il 2050 non sarà sufficiente, visto che le emissioni globali continuano a crescere ed il loro picco non sarà raggiunto presto".

La scienza, infatti, "ci dice che se vogliamo mantenere l’aumento della temperatura al di sotto dei 2 gradi e visto che l’obiettivo europeo sarà usato come riferimento dagli altri paesi nei negoziati verso il nuovo accordo globale sul clima previsto a Parigi nel dicembre 2015 - è necessario che l’Unione europea si impegni ad una riduzione delle emissioni di gas-serra del 95% entro il 2050, come giusto contributo per prevenire pericolosi cambiamenti climatici".

A tal fine, aggiunge Legambiente, "la Ue deve ridurre le sue emissioni ben oltre il 40% entro il 2030. Il ruolo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica è cruciale per raggiungere questo obiettivo. Pertanto, come richiesto dal Parlamento europeo, è necessario definire tre obiettivi coerenti che si supportino a vicenda, ambiziosi e legalmente vincolanti. Gli obiettivi vincolanti per le rinnovabili e l’efficienza energetica sono essenziali per garantire la sicurezza energetica dell’Unione europea, rendendola meno dipendente dalle dinamiche geopolitiche".

Purtroppo, "l’obiettivo comunitario proposto per le rinnovabili manca di ambizione e non fornisce la necessaria certezza per gli investitori. La proposta del 27% è, infatti, appena il 3% al di sopra dell’attuale trend al 2030. La crescita del settore delle rinnovabili, pertanto, si ridurrebbe dal 6.4% annuo dell’ultimo decennio ad appena l’1.4% per il periodo 2020-2030. Inoltre, l'obiettivo del 27% per l’efficienza energetica proposto dal Consiglio Europeo è inadeguato e non coglie appieno le potenzialità del risparmio energetico in Europa".

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