cerca CERCA
Venerdì 26 Aprile 2024
Aggiornato: 21:05
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Parchi: Stelvio, omaggio a etologo Mainardi, darà il nome a un gipeto

27 marzo 2017 | 11.45
LETTURA: 3 minuti

Parchi: Stelvio, omaggio a etologo Mainardi, darà il nome a un gipeto

Hanno circa un mese e mezzo di vita e a fine primavera spiccheranno il loro primo volo. Sono i giovani gipeti (uccelli rapaci della famiglia Accipitridae) del Parco Nazionale dello Stelvio e il primo tra loro che si involerà verrà 'battezzato' con il nome di Dànilo, in omaggio a Dànilo Mainardi, etologo e presidente onorario della Lipu scomparso di recente.

L'iniziativa nasce nell’ambito del 26esimo “Censimento contemporaneo di Aquila reale e Gipeto” dal Parco Nazionale dello Stelvio - Lombardia, e accolta da Lipu-BirdLife Italia. “Questa iniziativa – spiega Alessandro Meinardi, direttore del Parco Nazionale dello Stelvio-Lombardia – rientra nell’ottica di valorizzare l’operato del professor Mainardi per l’ambiente, la natura e per l’attenzione che ha posto nella divulgazione e nella conservazione degli uccelli e in particolare dei rapaci".

Sono 34 le coppie di aquila reale (20 nel territorio lombardo del Parco e nel suo stretto intorno, 9 nel settore altoatesino e 5 in quello trentino) e 7 quelle di gipeto (2 nel settore altoatesino e 5 in quello lombardo) nidificanti nel Parco Nazionale dello Stelvio. Una presenza importante, vista la rarità della specie,estinta sulle Alpi all’inizio del secolo Novecento e presente sull’arco alpino europeo con soli 33 territori.

Un patrimonio di grande valore che il Parco segue fin dal 2004 attraverso un programma di ricerca e monitoraggio che prevede anche l’organizzazione e il coordinamento di due censimenti annuali grazie a circa 200 rilevatori tra ornitologi e birdwatchers esperti, volontari che affiancano gli agenti di vigilanza del Parco (ex Agenti Forestali, ora Carabinieri del nuovo Comando Unità per la Tutela forestale, ambientale e agroalimentare) e quelli della Polizia provinciale di Sondrio, Brescia, Lecco, Trento e Bolzano.

Prima del suo avvio, nel 1986, il progetto di reintroduzione della specie è stato progettato per 10 anni, grazie al supporto di ornitologi, veterinari, Parchi nazionali e associazioni ambientaliste di tutto l’arco alpino.

“L’avvio definitivo del progetto – spiega Enrico Bassi, consulente scientifico del Parco e Responsabile del progetto di monitoraggio dei grandi rapaci - ha visto l’utilizzo di soggetti provenienti dalla cattività che, una volta riprodotti, hanno potuto fornire giovani da reintrodurre in natura grazie alla tecnica dell’hacking. Anche il Parco Nazionale dello Stelvio ha contribuito finanziando il rilascio di ben 11 individui in Val Martello, in provincia di Bolzano".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza