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Mobilità: Adoc, investire in trasporto pubblico a misura di cittadino

15 settembre 2014 | 18.50
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Anche l'Adoc, Associazione per la Difesa e Orientamento Consumatori, aderisce alla Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, dal 16 al 22 settembre

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Anche l'Adoc, Associazione per la Difesa e Orientamento Consumatori, aderisce alla Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, dal 16 al 22 settembre, ribadendo la necessità di una migliore rete ferroviaria e marittima, oltre che di un trasporto pubblico in grado di soddisfare i bisogni dei cittadini.

''L'Italia ha bisogno di una rete infrastrutturale, in particolare ferroviaria e marittima, migliore dell'attuale - dichiara Lamberto Santini, presidente Adoc - gli italiani devono avere la possibilità, concreta, di utilizzare il trasporto pubblico con più facilità e convenienza. Non solo a livello nazionale, ma anche locale, in particolare nelle grandi città, dove si è ancora troppo vincolati all'utilizzo dell'auto come unica risorsa, data la penuria di alternative di trasporto".

A Roma, ricorda l'Adoc, il 70% dei cittadini è costretto a prendere l'auto per raggiungere il posto di lavoro, nonostante l'aumento delle tariffe delle strisce blu e il costo dei carburanti che "sottrae" l'11,3% del reddito annuale di ogni cittadino italiano (contro il 6,1% in Germania, il 7,3% in Francia, l'8,7% in Spagna).

Anche il costo per le assicurazioni ha il suo peso: l'Rc auto in Italia costa molto di più che negli altri Paesi. L'importo medio annuo, ricorda l'associazione, per un contraente italiano si attesta sui 600 euro per veicolo, il 27% in più della media europea, l'80% in più della Germania e della Spagna, molto più del doppio rispetto alla Francia.

Una mobilità più sostenibile "migliorerebbe anche la sicurezza stradale. E' ancora troppo alto il numero delle vittime della strada in Italia - aggiunge il presidente Adoc - nel 2012 ci sono stati 62 incidenti per milione di abitanti, contro i 55 della media europea, il 7% in più. Una piaga da estirpare, che va affrontata con tutti i mezzi a disposizione".

"Non è accettabile - conclude Santini - che in Germania il numero di incidenti sia inferiore del 40% rispetto all'Italia o che in Francia le vittime siano il 10% di meno''.

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