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"Troppe tutele", il magnate neozelandese rinuncia all'acquisto di Budelli

13 febbraio 2016 | 17.00
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Addio al paradiso rosa. Il magnate Michael Harte ha rinunciato a perfezionare l'acquisto dell'isola di Budelli aggiudicata all'asta nel 2013 per 3 milioni di euro. Il periodo di riflessione preso a dicembre dal banchiere neozelandese si è concluso con la fine dell'amore per il gioiello dell'arcipelago della Maddalena.

Harte lo ha scritto in modo chiaro in una lettera al sindaco Luca Montella. Il suo pensiero è arrivato in municipio attraverso il suo legale. "Purtroppo mister Harte ritiene che non vi siano le condizioni necessarie o sufficienti per realizzare il piano di conservazione e ricerca ambientale da lui auspicato, la cui utilità e pubblico interesse è stata riconosciuta anche dal Consiglio di Stato".

"L'incertezza sulla classificazione dell'isola, attualmente riserva integrale e il mancato ripristino della tutela parziale - si legge nella missiva -, che conferma la persistente opposizione del Parco all'approccio alla conservazione di mister Harte fondato sullo schema della partnership pubblico-privato, per il quale era previsto l'affidamento della gestione a una fondazione con un comitato scientifico e una rappresentatività di istituzioni ed enti locali, rendono il piano difficilmente sostenibile. Hanno fatto venire meno la fiducia di mister Harte nella sua realizzabilità. Quindi non consentono di procedere all'acquisto dell'isola con la necessaria serenità".

Una decisione salutata favorevolmente da ambientalisti e cittadini. "La rinuncia di Mr. Harte all'acquisto dell’isola di Budelli è una vittoria", ha commentato l'ex ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, promotore delle petizioni #salvabudelli lanciate su change.org e sottoscritte da oltre 120mila persone.

"Spero che adesso il Tribunale – continua Pecoraro Scanio - dando seguito a una norma di legge voluta dal Parlamento, voglia assegnare definitivamente al Parco Nazionale dell'Arcipelago della Maddalena la titolarità dell'isola per consentirne la tutela e una fruizione davvero compatibile con l'eccezionale valore naturalistico del sito. Basta con i cavilli e le dispute giuridiche, che durano da anni, si arrivi ad una saggia cooperazione tra le istituzioni".

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