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Calcio: Adebayor accusa la sua famiglia, mi hanno sfruttato

06 maggio 2015 | 15.09
LETTURA: 4 minuti

L'attaccante del Tottenham si sfoga sul suo profilo Facebook lanciando accuse contro i suoi familiari, rei di essersi approfittati di lui da quando è diventato un calciatore ricco e famoso

Emmanuel Adebayor(Infophoto)  - INFOPHOTO
Emmanuel Adebayor(Infophoto) - INFOPHOTO

"Per molto tempo ho tenuto per me queste storie ma oggi penso valga la pena di condividerle con voi. È vero che le questioni di famiglia dovrebbero risolversi in famiglia, e non in pubblico, ma lo faccio perché spero che tutte le famiglie possano imparare da cosa è successo nella mia". L'attaccante del Tottenham, Emmanuel Adebayor, si sfoga così sul suo profilo Facebook lanciando accuse contro la sua famiglia, rea di averlo sfruttato in tutti questi anni.

Il 31enne togolese prosegue elencando tutto quello che ha fatto per i suoi familiari da quando è diventato calciatore: "Quando avevo 17 anni, con i primi soldi guadagnati, ho fatto costruire una casa per la mia famiglia e mi sono assicurato che fossero al sicuro. Nel 2008 ho vinto il premio per il miglior calciatore africano dell’anno. Ho portato mia madre sul palco con me per ringraziarla di tutto. Lo stesso anno l’ho portata a Londra per fare tutta una serie di check-up e controlli medici".

"Quando è nata mia figlia, l’ho contattata per farglielo sapere: ma lei ha immediatamente riattaccato e non ha voluto sapere nulla -aggiunge il giocatore del Tottenham su Facebook-. Oltre a tutto questo, le ho dato molti soldi perché potesse aprire un negozio di biscotti e altri oggetti. Ovviamente le ho detto che avrebbero potuto mettere il mio nome e la mia faccia sui biscotti, per venderne di più. Cos’altro può fare un figlio per sostenere la sua famiglia?".

"Un paio di anni fa ho comprato una casa a East Lagon, in Ghana, per 1,2 milioni di dollari -continua l'ex attaccante dell'Arsenal-. Ovviamente ho detto a mia sorella maggiore, Yabo, che avrebbe potuto viverci. L’ho detto anche detto al mio fratellastro Daniel. Qualche mese dopo sono andato in quella casa e, con mia grande sorpresa, ho trovato tantissime macchine parcheggiate. Era successo che mia sorella aveva deciso di affittare la casa senza dirmelo. Aveva anche cacciato Daniel. Tenete conto che la casa aveva circa 15 stanze. Quando l’ho chiamata per chiedere spiegazioni, per circa mezz’ora mi ha urlato insulti al telefono. Ho chiamato mia madre per chiedere spiegazioni anche a lei e ha fatto lo stesso".

"Due anni fa ero in Ghana quando mi arrivò notizia che mio fratello Peter era molto malato -si legge sul social network dell'attaccante del Tottenham-. Ho guidato il più velocemente possibile verso il Togo per incontrarlo e aiutarlo. Quando sono arrivato, mia madre mi ha detto che non potevo vederlo: avrei dovuto semplicemente darle dei soldi e lei avrebbe risolto tutto. Solo Dio sa quanti soldi le ho dato quel giorno. La gente dice che non ho fatto niente per salvare mio fratello Peter. Allora sono uno scemo che guida due ore verso il Togo per niente?".

"Nel 2005 organizzai un incontro per risolvere le nostre questioni di famiglia. Quando ho chiesto ai miei parenti la loro opinione, mi hanno detto che avrei dovuto far costruire una casa per ciascuno e dare loro uno stipendio mensile. Io sono ancora vivo e loro si sono già spartiti le mie proprietà, nel caso dovessi morire. Non scrivo queste cose per denunciare il comportamento dei miei parenti. Lo faccio solo perché voglio che altre famiglie africane possano imparare da questa storia. Grazie", conclude Adebayor.

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