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Calcio: via libera a riforma procura Figc, nascono uffici territoriali

Soddisfatto il procuratore federale, Stefano Palazzi: "E' una riforma giusta e intelligente che può contribuire a far funzionare meglio il nostro ufficio"

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26 maggio 2015 | 20.42
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Il consiglio Figc ha approvato all'unanimità la riforma della procura federale che prevede tre diverse articolazioni territoriali (Milano, Roma e Napoli) con la responsabilità dei procedimenti che riguardano il mondo dilettantistico. Con l'istituzione delle procure territoriali, sarà affidata a una procura federale centrale la responsabilità sulle indagini per il calcio professionistico e per i dirigenti federali. "E' una riforma giusta e intelligente che può contribuire a far funzionare meglio il nostro ufficio", è stato il commento del procuratore federale Stefano Palazzi, oggi intervenuto nella conferenza stampa alla fine del consiglio Figc.

Palazzi si è poi espresso in merito al possibile accavallamento dei procedimenti disciplinari relativi alle inchieste sul calcioscommesse delle procure di Catanzaro e Cremona. "Anche nel 2011 eravamo incorsi in problemi simili per fatti che occupavano tutte le forze dell'ufficio. Faremo tutti gli sforzi per completare entro l'inizio della prossima stagione, contiamo di far fronte ad una mole di lavoro enorme".

Sull'inchiesta di Catanzaro, Palazzi ha aggiunto: "Procedimenti prima dell'inizio della prossima stagione? La nostra aspirazione sarebbe quella di fare quanto prima anche per i campionati, per tutto. La pausa dei campionati è una finestra ideale per intervenire attraverso gli organi giudicanti. Il nostro tentativo sarà quello".

Il Consiglio Figc ha anche deciso che i calciatori che a fine partita si recheranno sotto le curve per parlare con gli ultras incorreranno in sanzioni. Il consiglio federale ha creato due nuovi commi da inserire dopo l'articolo 7 del codice di giustizia sportiva in merito al divieto di contatto giocatori-tifosi. Al comma 8, è fatto divieto "di avere interlocuzioni con i sostenitori nel corso dell'attività sportiva (ritiri, allenamenti, gare, ndr) e/o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che, in situazioni collegate allo svolgimento della loro attività, costituiscano forme di intimidazione, determinino offesa, denigrazione, insulto per la persona o comunque violino la dignità umana".

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