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Honda difende Marquez: "Nostri dati confermano il calcio di Rossi"

02 novembre 2015 | 11.33
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(Infophoto) - INFOPHOTO
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"Dobbiamo attenerci ai fatti e non alle supposizioni. Un fatto è un fatto e non può essere interpretato, per il bene del nostro sport vorremmo che tutti considerassero quello che è accaduto". Shuhei Nakamoto, vicepresidente della Honda Racing, difende Marc Marquez dopo la vicenda dello scontro con Valentino Rossi nel Gp della Malesia. (Vai allo speciale)

L'ingegnere giapponese mette in fila quelli che a suo avviso sono i fatti da cui partire per analizzare la vicenda con il 'Dottore' che accusa il campione del mondo in carica di 'giocare' per Jorge Lorenzo nella corsa al titolo tra i due piloti Yamaha: "Marc Marquez ha vinto in Australia davanti a Lorenzo superandolo all'ultimo giro e togliendogli 5 punti. Nella conferenza stampa prima del Gp della Malesia Rossi ha accusato Marquez di aver corso contro di lui a Phillip Island. In Malesia Rossi ha intenzionalmente spinto Marc causandone la caduta, è stato sanzionato dalla direzione di gara con la conferma della Fim".

Tornando a Sepang il vicepresidente della Honda aggiunge: "E' chiaro che Valentino ha intenzionalmente spinto Marc verso l’esterno della pista, ed è un qualcosa di irregolare, Marc non ha avuto altra scelta se non andare largo. I dati presi dalla moto di Marc dimostrano che anche se lui stava rialzando la moto, cercando di evitare il contatto con Valentino, la sua leva del freno ha improvvisamente ricevuto un impatto che ha bloccato l’anteriore, è questo il motivo della sua caduta. Noi crediamo che questa pressione sia il risultato del calcio di Rossi. L’acquisizione dei dati della moto di Marc possono essere consultati liberamente dal presidente Dorna, dalla FIM e dai media".

“Come HRC siamo molto dispiaciuti della situazione che si è venuta a creare. Come prima cosa vogliamo sottolineare che Marc è stato accusato senza prove dopo Phillip Island. Non c'è nessuna base per affermare che vogliamo aiutare un pilota nella corsa al titolo -prosegue Nakamoto-. È un dato di fatto, gli argomenti elencati sono gli unici fatti, possiamo considerare e commentare ma qualsiasi altra discussione sarebbe basata su ipotesi. Parlare di ipotesi non farebbe che aumentare il clima negativo che stiamo affrontando in questo momento ma non cambierà la realtà di quello che è successo. Conosco Marc, è un bravo ragazzo, forte e onesto. Marc ha cercato solo di difendere la sua posizione, come farebbe ogni pilota, gli crediamo al 100%", conclude Nakamoto.

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