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Rio 2016, Cagnotto-Dallapè argento liberatorio: "Era scritto nel destino"

Tania Cagnotto e Francesca Dallapè (Afp) - AFP
Tania Cagnotto e Francesca Dallapè (Afp) - AFP
08 agosto 2016 | 07.37
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Dalle lacrime di Londra alla gioia liberatoria di Rio. Tania Cagnotto e Francesca Dallapè si mettono al collo una medaglia d'argento che sembrava non voler arrivare più. Le prime azzurre a salire sul podio olimpico nei tuffi hanno dovuto aspettare quattro anni per cancellare il bruttissimo ricordo di quando la medaglia sfumò per un soffio, appena due punti. Stavolta alle spalle delle fortissime cinesi Wu Minxia (al quarto oro di fila, record assoluto) e Shi Tingmao ci sono loro. Cagnotto e Dallapè hanno conquistato l'argento nel trampolino sincro 3 metri, chiudendo con il punteggio di 313,83, alle spalle solo della coppia cinese (345,60).

E l'emozione è grande anche per Giorgio Cagnotto, il ct azzurro che dopo la gara di Londra tirò le orecchie a sua figlia Tania per l'errore al terzo tuffo che costò la medaglia e che invece stavolta è corso subito dalle sue pupille, strette in un abbraccio che era quasi una morsa, ormai certe dell'impresa che erano riuscite a realizzare. "E' durato anche troppo poco quell'abbraccio, sarei rimasta così fino alla fine. La gara non era ancora terminata, non sapevo se stavamo esultando troppo. Ma era solo un modo per scaricare l'adrenalina", racconta Tania, che portava ancora sulle spalle il peso di quell'errore costato la medaglia anche alla sua inseparabile amica.

La maledizione di Londra, dove la 31enne bolzanina si era piazzata quarta per un soffio anche nell'individuale, è stata definitivamente cancellata. "Ora - dice raggiante - mi godrò ogni tuffo, non avrò nulla da perdere. Questa medaglia è pesantissima, continuo a guardarla. Se penso da quanto tempo rincorriamo questo sogno...". "Volevamo divorziare ma ora...", scherzano Tania e Francesca ripensando alla precedente Olimpiade. Stavolta l'unica incertezza c'è stata al quarto tuffo, ma fortunatamente il podio olimpico era stato costruito in precedenza e blindato senza ulteriori esitazioni all'ultimo round.

"Il tabellone - racconta Dallapè - l'ho guardato solo dopo il quinto tuffo, ho chiesto cento volte: ma veramente lo abbiamo fatto? Stavolta però erano lacrime diverse da Londra. Ci siamo dette che era scritto nel destino". Ma è una medaglia preparata pensando a ogni minimo dettaglio con papà Cagnotto e Oscar Bertone, che lo ha affiancato negli ultimi due anni. Per questo la pioggia sottile di Rio, così come il vento che soffiava forte nel pre-gara, non ha scalfito la loro fiducia: "Quando ha iniziato a piovere ero felice", rivela la Cagnotto. In realtà la tensione c'era, ma l'ha mascherata bene: "Ero io la più tesa - ammette - Lei piange sempre ma sta meglio. Io vado a piangere al bagno. E oggi prima della gara l'ho fatto tre volte". "Avevo un brutto fuoco dentro", dice ripensando ai fantasmi di Londra. "Non voglio più avere questo magone. E non sarà più così, perché ora è tutta un'altra cosa".

Altra medaglia d'argento è arrivata dal judo. L'azzurra Odette Giuffrida ha vinto nella categoria 52 kg ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. L'oro è andato alla kosovara Majlinda Kelmendi.

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