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A Venezia la Prima Edizione della Sostenibilità dedicata al Mose

Costa (Fondazione FVCMS/VSF) : “Il Mose si può esportare ai paesi che ne avranno bisogno”

Il Mose - (Fotogramma/Ipa)
Il Mose - (Fotogramma/Ipa)
03 giugno 2023 | 10.17
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Il MOSE oggi per Venezia è tre cose insieme : una soluzione ingegneristica in grado di difendere con efficacia la città ed i suoi immensi beni culturali dai ricorrenti allagamenti; una protezione che consente la pianificazione d i un nuovo sviluppo socioeconomico del territorio; uno strumento per guadagnare quel tempo necessario a concepire e realizzare nuove soluzioni di protezione quando l’innalzamento del mare lo renderà non più funzionale.

Venezia può proiettarsi in un futuro sostenibile solo perché finalmente sicura. Il Mose ha le carte in regola per diventare Patrimonio Unesco dell'Umanità: ”Perché lo dicono i punti uno e quattro della carta dei criteri (dell'Unesco) che dice che va iscritto – spiega Paolo Costa, già Ministro del Lavori Pubblici e membro del Comitato Tecnico Scientifico della FVCMS/VSF -. E' un' opera dell'ingegno umano, straordinaria, speciale, e che è caratteristica di un'epoca. E' estremamente efficace e può diventare oggetto di una donazione tra virgolette dello Stato italiano ai paesi che ne avranno bisogno. Paesi emergenti che dovranno affrontare problemi molto simili a quelli di Venezia. Penso al Bangladesh, penso alle isole della Polinesia, tutti gli stati che avranno sicuramente problemi di poter essere sommersi dal mare nei prossimi secoli, ma anche nei prossimi decenni, ma che non hanno la possibilità di farlo. Questo potrebbe essere un modo per andare alla Cop di Dubai, 2028 e offrire questo ai paesi che vi parteciperanno”

Nel suo intervento Costa ha parlato di Mose e della sua importanza anche sociale per Venezia, ma lo sguardo è già a cosa accadrà dopo. “Si, perché trent'anni fa avevamo lo shock della mareggiata del sessantasei, su come difendersi dalla paura che arrivasse lo tsunami. Questo l'abbiamo sistemato, oggi però contemporaneamente in questi trent'anni si è accelerato moltissimo l'innalzamento medio del livello del mare. Quindi abbiamo un problema che è diverso. Il fatto che tutti i giorni si solleva il mare e rischia l'acqua di di sommergere Venezia. Abbiamo un po' di tempo, avremo ottanta, cento, centoventi anni davanti ovviamente. Bisogna però che subito pensiamo questo. Nel settanta, dopo il sessantasei avevamo chiaro il problema, non la soluzione.

Anche oggi è chiaro il problema. Bisogna trovare una soluzione. Questa non è una storia diversa da quella della Serenissima e della sua laguna che ritualmente ogni cento, duecento, trecento anni ha dovuto rifare diversi interventi.

Oltre all’evento di apertura, il 21 luglio si terrà la conferenza “Proteggere le città costiere dall’innalzamento del livello del mare”, a settembre un altro momento di riflessione dal titolo “Ricerca ed innovazione per l’economia blu sostenibile: il paradigma di Venezia e le prospettive europee”, alla fine dello stesso mese è prevista la conferenza “La filiera dell’idrogeno in Veneto: stato dell’arte e prospettive di sviluppo”. Quindi ad inizio novembre un'altra conferenza, alla fondazione Cini, dal titolo “Resilient cultural heritage: gestire il patrimonio culturale nelle aree minacciate dall’innalzamento del mare”. L’obiettivo è consentire di identificare Venezia come riferimento internazionale per lo sviluppo di modelli e strategie di sostenibilità urbana.

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