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Clima: parla l’attivista di Xr, "La Cop28 ci ha deluso, così abbiamo colorato di verde i fiumi nelle città"

All’Adnkronos Martina, studentessa di Milano: ‘il tempo a nostra disposizione è ancora poco’

 - Extinction Rebellion
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16 dicembre 2023 | 15.27
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Verde fosforescente. È questa la tonalità, splendente e innaturale, che gli attivisti di ‘Extinction Rebellion’ hanno scelto per la loro ultima, eclatante azione climatica. Fiumi e corsi d'acqua, di cinque diverse città italiane, hanno cambiato improvvisamente il loro aspetto, trasformandosi in insolite linee fosforescenti. Come brillanti pennellate di un pittore, la rivolta visiva ha illuminato di un colore inconsueto le acque che scorrono per i navigli di Milano, quelle che accarezzano Venezia e quelle che cingono i fianchi dell’Isola Tiberina. Tutto è durato poche ore, sabato 9 dicembre. Ma tanto è bastato per destare curiosità, suscitare apprezzamenti e, soprattutto, indignare.

“Sono in Extinction Rebellion da un anno e mezzo. Mi sono avvicinata a questo movimento perché mi avevano colpito le loro azioni performative, che ho sempre considerato di grande impatto mediatico”. La voce è quella di Martina, studentessa di filosofia di 23 anni di Milano. Extinction Rebellion è un movimento di disobbedienza civile non-violenta nato nel Regno Unito nel 2018. “E che fa tre richieste precise ai governi: dire la verità sul collasso climatico, abolire le emissioni entro il 2025 e istituire delle assemblee di cittadine e cittadini dove sono loro stessi a decidere le misure da adottare per affrontare la crisi”, spiega Martina all'Adnkronos.

Nella primavera del 2019, Extinction Rebellion ha realizzato una grande occupazione della città di Londra. Così potente, mediaticamente, da costringere il parlamento inglese ad adottare la dichiarazione di ‘emergenza climatica’. Poco dopo, Xr è sbarcata anche in Italia, dove ha instillato i suoi primi nuclei, in diverse città e regioni. Successivamente, da una costola di Extinction Rebellion Italia è nata la più nota ‘Ultima Generazione’. Ma le due organizzazioni vivono in modo separato.

Il blitz di sabato 9 dicembre, coordinato in più luoghi d’Italia, ha riacceso i riflettori sul movimento e sulle sue azioni. Perché colorare di verde i fiumi delle città in contemporanea? “Per protestare. Mentre noi facevano queste azioni, le leadership mondiali erano alla Cop28. Cop che era ospitata a Dubai, e che quindi era in un Paese con interessi contrari e opposti alle finalità della conferenza stessa. Riteniamo che lo stesso documento finale, dove si dice che bisogna allontanarsi gradualmente dai combustibili fossili entro il 2050, non sia sufficiente”, spiega l’attivista. “Anche gli accordi di Parigi, nel 2015, erano stati salutati come un successo. Ma non è cambiato nulla. Anzi, le emissioni sono addirittura aumentate. E stiamo andando dritti verso l’innalzamento delle temperature”.

Nel logo di Extinction Rebellion c’è una grande ‘X’ incastonata all’interno di un cerchio. A guardarla bene, però, appare come una clessidra stilizzata, lo strumento per eccellenza che misura il tempo. Tempo che, secondo l’attivista, è sempre meno a disposizione. “Ormai non ce n’è più. Se non agiamo, aumenteranno i morti per la crisi climatica. E, come dicono gli scienziati, se supereremo la soglia critica dei due gradi di temperatura, gli effetti saranno devastanti”. Un’immagine catastrofica.

Le azioni eclatanti servono a restituire luce alla questione della crisi del clima. Ma, nell’opinione pubblica, in molti si indignano. Imbrattare i monumenti o bloccare il traffico nelle strade non serve a niente, dicono. È solo controproducente. E poi, fattore da non sottovalutare, porre in essere azioni di questo tipo è anche reato. “Ma per il colorante nei fiumi è diverso. Abbiamo detto, in tutti i modi possibili, che la sostanza usata è la fluoresceina, un agente non inquinante e totalmente innocuo, impiegato anche dagli scienziati per tracciare le acque. Sostanza che, dopo 2 ore, si dissolve completamente, senza conseguenze per la flora e la fauna”.

A Venezia, gli attivisti di Xr, subito dopo la colorazione delle acque, sono stati fermati e identificati. Per loro è anche stato disposto il foglio di via e il Daspo urbano, oltre al sequestro delle sostanze usate per l’azione. A Milano, i ‘ribelli del clima’ hanno colorato il Naviglio grande. Poi hanno attaccato sul ponticello, che insiste di fronte alla storica dimora della poetessa Alda Merini, uno striscione contro il governo. Quindi hanno messo sott’acqua una casetta di legno, “simbolo della nostra Italia che affonda”.

Ma nel capoluogo lombardo gli attivisti non hanno subìto una forte repressione. “Ci hanno solo identificati, nulla di più. Sono stati tranquilli, perché sapevano che il nostro era un gesto totalmente innocuo”, dice Martina. “Certo, mi sembra assurda la situazione in cui ci troviamo: noi non stiamo facendo altro che dire la verità e provare a scongiurare la catastrofe. Eppure, per questo, veniamo denunciati e arrestati. Mi sembra una totale irrealtà in cui vivere”.

Le azioni di Xr si fermeranno? “No”, promette Martina. “Semmai finiranno solo quando ci sarà una totale inversione di tendenza. E quando inizieranno ad esserci effettivamente delle politiche che si rendano conto che il tempo a nostra disposizione è davvero poco”.

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