"Il vero problema e al contempo anche la sfida per il futuro è il riutilizzo per lo Stato dei beni confiscati alle mafie'', che possono diventare ''una sorta di start-up dell'economia locale''. E' il parere espresso da Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, intervenuto a "Prima di tutto", su Radio 1.
''E' difficile quantificare con precisione a quanto ammonti questo patrimonio, perché i beni vengono valutati al momento del sequestro e sono ovviamente soggetti a depauperamento - ha spiegato Cantone - Pensiamo soprattutto alla confisca da parte dello Stato di beni legati a un'attivita economica: spesso finiscono nel fallimento, cosi come i beni immobili, che sono la parte preponderante dei sequestri, circa 20 miliardi euro di valore, si logorano per mancanza di manutenzione e anche perché vengono lasciati troppo tempo senza destinazione''.
''Ma il tema fondamentale- ha ribadito Cantone- è il riutilizzo per lo Stato di questi beni: spesso si necessita di tempi lunghissimi e si usano tecniche un po' tradizionali. La giusta politica per restituire questi beni alla collettività non deve essere solo quella tradizionale: aprire una ludoteca, un centro per anziani, iniziative meritorie, sia chiaro, ma anche provare a riutilizzare i beni confiscati in una logica di tipo produttivo''.