"Prima avevo paura di raccontare le cose che sapevo, erano tempi diversi. Ci sono andato coi piedi di piombo, ora i tempi sono invece cambiati, perche' finalmente si comincia a volere mettere le cose al suo posto per la ricerca della verita'". Cosi' il collaboratore di giustizia Francesco Di Carlo, deponendo in videoconferenza al processo per la trattativa in corso a Palermo, spiega al pm Antonino Di Matteo perche' ha aspettato tanti anni prima di raccontare agli inquirenti di due presunti incontri avvenuti in Inghilterra. Il pentito Di Carlo, sia nella scorsa udienza del 30 gennaio che oggi, ha ripetuto di avere incontrato, "prima del '90", mentre era detenuto in Inghilterra tre agenti dei servizi in trasferta in Gran Bretagna "per chiedere aiuto a Cosa Nostra e bloccare le indagini di Giovanni Falcone". Tra loro ci sarebbe stato l'ex capo della Polizia Arnaldo La Barbera, che allora era il capo della squadra mobile di Palermo.
Quandero detenuto in Inghilterra ha detto Di Carlo ai giudici della corte dassise sia nella scorsa udienza che oggi vennero a trovarmi un tale Giovanni, forse uno dellEsercito, una persona inglese e un altro, che poi scoprii essere La Barbera, vedendo la sua foto sui giornali. Giovanni mi disse che si doveva procedere a fare andare via Falcone da Palermo, mi disse tante cose brutte su Falcone, che stava facendo grossi danni. Bisognava mandarlo fuori al più presto.
Oggi il pm Di Matteo gli ha chiesto perche' ha aspettato quasi vent'anni prima di raccontare questo incontro, visto che ha deciso di collaborare nel '96. "Avevo paura, signo pubblico ministero - dice Di Carlo - Ora invece sono qui a dire qualsiasi cosa, perche' si comincia a cercare la verita'".