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Moda, stringhe anticovid e iperprotettive per mascherine, le creazioni di una giovane designer romana, Ludovica Momi

Stringhe per mascherine ideate da una giovane designer  romana, Ludovica Momi
Stringhe per mascherine ideate da una giovane designer romana, Ludovica Momi
08 maggio 2021 | 18.55
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Passamanerie e antichi pizzi, catene in osso e ottone, materiali riciclati e ecosolidali, trine e merletti, collanine e monili, cordoncini multicolor provenienti dal Perù, perline, tutto realizzato e cucito a mano. Nasce dall'idea di una giovane e promettente designer, Ludovica Momi, fondatrice del brand La Mascarade, l'idea di confezionare accessori sperimentali e multifunzionali (si possono anche utilizzare per gli occhiali), nastri, stringhe da attaccare alle mascherine anti-covid per proteggere e proteggerci. Sempre con noi, simbolicamente, e non solo, eleganti, sostituibili ( a seconda dell'abito e dell'umore) lavabili, igenizzabili. E soprattutto unisex. (FOTOGALLERY)

Una giovane start-up quella di Ludovica Momi, figlia di Maurizio noto produttore cinematografico e televisivo, nata in antitesi al fast fashion, nei tempi drammatici della pandemia. "Ed è forse per questo - racconta all'Adnkronos- che mi sono voluta cimentare in qualcosa di apparentemente rilassante, contro lo stress, l'inquietudine di questi mesi. Prodotti interamente fatti a mano, disegnati, pensati, provati più e più volte. Prodotti non omologabili - ci tiene a precisare- Ognuno, un unicum, per accompagnare e diversificare un accessorio, che è entrato di prepotenza nella nostra esistenza e nella nostra quotidianità. Di cui non possiamo ancora farne a meno".

Un accessorio che rende le mascherine ancora più sicure, incontaminabili, ma soprattutto comode, portabili nella loro estrema, sofisticata semplicità e singolarità con chiusure eleganti. Classiche, circolari, a forma di cuore o di stella. Quasi un gioiello da tenere sempre in vigile esposizione. Amate da politici (Ignazio La Russa), da attori, attrici, registi (Simona Izzo, l'ha definita "una bellissima idea. Incateniamoci tutti e sprecheremo meno mascherine").

Ed è ancora Ludovica Momi che ricorda: "spesso lavoro con materiale di scarto e autoctono, passamanerie e tessuti antichi che scovo nelle mercerie o nei laboratori nel cuore della capitale. Ho riscoperto anche un lavoro di cui si stanno perdendo le tracce -aggiunge la giovane stilista - che dovrebbe essere riproposto alle nuove generazioni. E' creativo e rilassante, iper femminile, mi permette di ideare creazioni personalizzate, quasi una sfida a quella forma di omologazione a cui ci ha costretto la pandemia. Da oltre un anno".

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