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Omicidio Roma, "forse Luca si fidava troppo"

Alfonso Sacchi, papà del 24enne ucciso con un colpo di pistola, rompe il silenzio a una settimana dall'omicidio: "Mio figlio mi ha dato il coraggio di essere qui". E sottolinea: "Era un bravo ragazzo". Su Anastasia: "Gli dissi che se le voleva bene per noi era una figlia"

Luca Sacchi (Foto dal profilo Facebook)
Luca Sacchi (Foto dal profilo Facebook)
31 ottobre 2019 | 09.26
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"Luca vedeva tutti buoni, io gli dicevo di stare attento, di non fidarsi, di guadare anche il fratello più piccolo, Federico. Non so, cosa sia successo; forse si fidava troppo dell'altra gente". A parlare è Alfonso Sacchi, papà di Luca, il 24enne ucciso con un colpo di pistola a Roma. Ha deciso di rompere il silenzio, a una settimana dall'omicidio del figlio di cui si fidava "ciecamente". "Era un ragazzo cristallino", dice tra le lacrime.

"Voglio che comprendiate la mia difficoltà nel venire qui - ha sottolineato - Mia moglie non ce l'ha fatta, perché è devastata, ma mio figlio mi sta dando questo coraggio. Luca mi ha dato la forza, oggi, di essere qui". Un "figlio stupendo, sempre col sorriso, pronto allo scherzo", continua Alfonso Sacchi ricordando la sua "tanta voglia di vivere, lo sport era nel suo sangue fin da piccolo. Il calcio, la palestra, le moto: questo era mio figlio". "Oggi ho indossato le sue mutande per prendere coraggio, porto con me i suoi occhiali da sole e dormo col suo pigiama", racconta con tutta la sincerità possibile. "Se c'era da aiutare qualcuno lo aiutava, perfino se vedeva un gattino in strada rientrava per prendergli qualcosa da mangiare. Era un ragazzo pulito, si vedeva anche dal viso", ha aggiunto sottolineando come Luca fosse "uno sportivo. E un atleta non va in giro con la droga o con le armi in tasca". "Era attento pure a cosa mangiava, mi chiedeva di andare a correre con lui perché ho la pressione alta, beveva solo acqua liscia a temperatura ambiente, perfino il fumo delle sigarette elettroniche che Anastasia fumava gli dava fastidio", racconta spiegando anche il perché hanno deciso di donare gli organi del 24enne: "Perché Luca voleva sempre fare del bene".

Alfonso Sacchi parla anche degli amici del figlio: "Sembravano brava gente. Tutti di vecchia data, come Nicolas suo amico fraterno che ora è in Spagna, è venuto da noi appena ha saputo la notizia ed è svenuto. Poi pochi altri e tutti per bene". "Ultimamente si era aggiunto questo Giovanni (Princi, ndr) con cui andava in moto. Con lui ha frequentato il liceo classico, poi come spesso succede si erano persi di vista. Aveva ripreso a frequentarlo da 5/6 mesi per la comune passione delle moto. Me ne aveva anche parlato", continua sollecitato da una domanda sulle possibili frequentazioni "sbagliate" del figlio. "Sui ragazzi con cui usciva più di tanto non indagavo - continua - mi fidavo. Dopo la morte di Luca ho abbracciato tutti, c'erano i suoi amici sì ma non so chi di preciso. Avevo la nebbia in testa, pensavo solo a mio figlio".

Quanto ad Anastasia "gli dissi che se lui le voleva bene allora per noi era una nostra figlia". "Per me era una brava ragazza, ma poi un genitore cosa può fare? - continua - Spero che sia pulita e sincera, perché al dolore si aggiungerebbe altro dolore. Se poi recitasse così bene, allora, sarebbe la regina di Hollywood". Alla domanda se fosse a conoscenza di eventuali problemi economici della giovane, tali da spingere a commettere sciocchezze, il padre di Luca ha risposto: "Anastasia faceva la baby sitter per i figli dei titolari del ristorante dove lavorava anche come cameriera. Dunque no, non credo avesse difficoltà. La sera della tragedia è venuta a casa, l'ho abbracciata. La notte ha dormito da noi, per starci vicino. Poi abbiamo avuto solo contatti telefonici, non si è più vista. Abbiamo pianto come una famiglia. Spero sia pulita".

Ricostruendo in parte l'ultima sera di Luca, Alfonso Sacchi ha spiegato di avergli detto "qualche mese fa di controllare suo fratello Federico quando usciva, so che quella sera lo aveva visto al pub, forse poi stava ritornando a casa o andava anche lui nel locale. Ma non credo dovesse difenderlo. Solo dargli uno sguardo. Ha 19 anni, ha iniziato a uscire da pochi mesi e mi sentivo più tranquillo". Federico che ora "piange sempre. Lo ha visto a terra col sangue che gli usciva da tutte le parti". "Voglio giustizia per il mio ragazzo, un ragazzo per bene" ha detto prima di congedarsi e lasciare la parola ai suoi legali che hanno parlato della fidanzata della vittima. "Quando si parla di Anastasia è doveroso camminare coi piedi di piombo, anche perché nell'ordinanza del gip allo stato è persona offesa dal reato di rapina. Qualora sarà indagata non la difenderemo, ma semplicemente perché ci sarebbe incompatibilità processuale. Tuttavia Anastasia non si è mai rivolta a noi, dunque il problema non si pone", ha detto l'avvocato Paolo Salice.

"A noi legali Anastasia non ha parlato dello zaino o dei soldi, non abbiamo nemmeno avuto modo di chiederle altro. Da sabato pomeriggio poi si è allontanata dalla famiglia, i rapporti si sono limitati a contatti telefonici", ha fatto sapere l'altro avvocato della famiglia Sacchi, Armida Decina parlando della 25enne ucraina con la quale la vittima era fidanzata da 5 anni. "Un testimone oculare conferma la versione di Anastasia - ribadisce Salice - che è stata colpita e difesa da Luca. Qualche ombra c'è ma è sbagliato crocifiggerla. Contraddizioni sono emerse dalle dichiarazioni di altri ragazzi, Piromalli e Rispoli. Qualcuno sta mentendo, ma quando uno è garantista non può esserlo solo quando è imputato. Non esistono fonti ufficiali che dicono ci fosse denaro o altro".

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