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Il rossetto più antico del mondo è 'made in Iran' e ha 4mila anni

Studio dell'Università di Padova svela il contenuto di un flacone in clorite finemente scolpito

Rossetto spalmato col pennello -
Rossetto spalmato col pennello - 123RF
05 febbraio 2024 | 15.45
LETTURA: 2 minuti

Il rossetto più antico del mondo ha circa 4mila anni ed è 'made in Iran'. Colore: rosso scuro. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori dell'università di Padova specializzati in archeologia, chimica e mineralogia, in collaborazione con colleghi della Facoltà di Archeologia dell'università di Teheran. Lo studio, intitolato 'A Bronze Age lip-paint from southeastern Iran', è pubblicato su 'Scientific Reports' (gruppo Nature).

Il team - informano da UniPd - ha analizzato e identificato il contenuto di un flacone in clorite, finemente scolpito, datato mediante radiocarbonio tra il 1900 e il 1700 a.C. Secondo le indagini degli scienziati si tratta di una preparazione cosmetica di colore rosso cupo, a base di ematite, manganite e braunite mescolati a cere e oli vegetali, probabilmente usata per colorare le labbra considerando la composizione molto simile a quella di un moderno rossetto.

Tracce minime di piombo, a truccarsi era l'élite in contesti formali e cerimonie

"Questa scoperta - afferma Massimo Vidale del Dipartimento Beni culturali dell'università di Padova, corresponding author dell'articolo - si aggiunge ai risultati di una linea di ricerca che rivela come gli artigiani dell'antico Iran già 5-4mila anni fa avessero elaborato conoscenze molto avanzate sui composti metallici, naturali, ma anche sintetici, che permettevano la produzione non solo di kohl (la nostra matita nera per gli occhi), ma anche di fondotinta a base di carbonato di piombo (biacca) e ombretti che, grazie all'aggiunta di clorocarbonati di rame e piombo, e forse di urea, viravano la colorazione chiara di base verso sfumature di azzurro e verde".

"Il fatto che il 'rossetto' appena scoperto, presumibilmente da applicare sulle labbra, contenga solo tracce minime di minerali di piombo - sottolinea il docente - fa supporre che le 'comunità di pratica' di questa tecnologia fossero consapevoli dei pericoli della diretta ingestione di questo metallo. Suggerisce anche la possibilità che il trucco femminile, in contesti sociali formali e cerimoniali, fosse un'importante componente della manifestazione pubblica del ruolo dominante di uno strato elitario della popolazione".

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