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Spaccio anche tra Telegram e dark web, 12 arresti e 120 kg droga sequestrata

Gesuelli (Gdf): "Stupefacenti spediti come pacchi postali, fenomeno diffuso anche tra i minori"

(Foto Gdf)
(Foto Gdf)
14 settembre 2023 | 20.20
LETTURA: 3 minuti

Dodici persone arrestate e 120 kg di droga sequestrati. Questo il risultato di 'Colpo Secco', l'operazione condotta tra Caltanissetta, Agrigento e Roma dalla Guardia di Finanza di Caltanissetta. L’indagine ha visto una capillare analisi del territorio, con lo smantellamento delle principali 'Piazze di Spaccio', anche virtuali, e l'intervento dei finanzieri del Gico di Caltanissetta in collaborazione con le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Roma. Proprio nella Capitale, nei giorni scorsi, è stato arrestato un cittadino egiziano in possesso di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente: 100 Kg di droga, tra hashish e marijuana.

"In casi come questo si lavora cercando di mettere in comunicazione il reale con il virtuale", spiega all'Adnkronos Stefano Gesuelli, Colonnello della Guardia di Finanza di Caltanissetta che già qualche tempo fa si era occupato di 'Breaking Web', l'operazione che aveva portato alla chiusura di 11 canali di Telegram, usati come vere e proprie piazze di spaccio virtuali, dove gli utenti riuscivano a reperire la droga con facilità.

"Nelle indagini passate, e anche in quest'ultimo caso, fondamentale è la missione della Gdf come polizia economico-finanziaria, perché da un lato abbiamo tutta una serie di dati che riguardano il controllo economico del territorio - su soggetti che potrebbero avere interesse nell'acquistare lo stupefacente - dall'altro c'è la parte dell'analisi di rischio, che ci permette ad esempio di monitorare le spedizioni dei pacchi su tutto il territorio, un fenomeno che abbiamo visto crescere in modo esponenziale dopo gli anni della pandemia, e che ha coinvolto anche lo spaccio di stupefacenti".

Proprio negli anni della pandemia, infatti, spiega ancora Gesuelli, si è assistito ad un vero e proprio boom di market online, che ha visto fiorire la vendita di droga, armi o merce illegale, tramite chat protette. "Le chat di Telegram fanno sì che la comunicazione si muova da un terminale all'altro, senza che ci sia una memoria sui server aggredibile, rintracciabile. In molti casi, inoltre, i pagamenti sono virtuali, fatti con criptovalute, e c'è poi la necessità di 'scovare' queste somme una volta che le monete virtuali vengono inserite nel circuito legale. Solo così riusciamo ad individuare determinati canali e poi a bloccarli, chiudendoli. Con la consapevolezza che poi, purtroppo, se ne apriranno dei nuovi; è un lavoro incessante".

Soprattutto perché ormai, spiega ancora il Colonnello, si è assistito a un cambiamento radicale dell'accessibilità al dark web: "Quello che anni fa era il dark web, che richiedeva anche un minimo di competenze di accesso e altro, oggi giorno lo troviamo su tutti i telefonini che permettono chat e canali cifrati. Il dark web dei primi anni Duemila, più complesso e inaccessibile dai motori di ricerca ufficiali, adesso presenta delle sfide maggiori perché si trova su dispositivi portatili, che sono maneggiati da chiunque a qualsiasi età".

Spesso, specifica Gesuelli, ne sono vittime anche i minori. "Ragazzini che non hanno l'età adatta per gestire situazioni simili, purtroppo sempre più frequenti. Così come è sempre più frequente che la droga arrivi a casa come un semplice pacco Amazon. In tal senso è importante che anche i genitori intervengano per monitorare i minori, così come c'è bisogno di una maggior attenzione da parte della Guardia di Finanza e di tutte le Forze dell'Ordine in generale. Sicuramente la diffusione dei cellulari anche ai più piccoli è un fattore di rischio. Più c'è l'accesso a determinate risorse più salgono i rischi; ma come qualche anno fa si andava a trovare il pusher per strada, oggi lo si fa comodamente dal divano di casa", conclude il colonnello.

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