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Bce: de Vries (Kempen), Qe arriva troppo tardi ma se non parte sarà il caos

L'analista olandese William de Vries, Head of Core Fixed Income di Kempen Capital Management, spiega perché i rischi degli acquisti di titoli di Stato sono alti, ma ormai i mercati aspettano la misura dell'Eurotower. Che alla fine, potrebbe avere l'effetto opposto di quello sperato, con un rialzo dei tassi

Bce: de Vries (Kempen), Qe arriva troppo tardi ma se non parte sarà il caos
21 gennaio 2015 | 16.29
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"Sul Quantitative Easing resto contrario, così come a tutto questo attivismo da parte della Bce. Penso che stiamo andando troppo veloce su questa strada: se potessi parlare a Mario Draghi gli direi 'wait and see', aspetta e vedi i risultati delle buone decisioni che hai già preso". Così, in un'intervista all'Adnkronos, l'analista olandese William de Vries, Head of Core Fixed Income di Kempen Capital Management, dà voce alle preoccupazioni 'nordiche' per le misure che domani potrebbe varare il Consiglio direttivo dell'Eurotower.

“Domani – osserva – la Bce potrebbe solo comprare tempo, con un semplice annuncio. Ma negli ultimi tre anni ha fatto solo tante promesse e solo di tanto in tanto ha dato un contentino. Qui a Kempen stiamo valutando l'ipotesi che domani potremmo avere solo un annuncio e il varo del QE si avrà solo a marzo”.

In ogni caso de Vries non sembra avere dubbi sulla data di domani per l'annuncio del programma: “Non è neppure pensabile: sarebbe un caos totale, molto peggio di quello che è successo dopo la decisione della Banca centrale svizzera” di abolire il tetto del cambio con l'euro.

'Mercati aspettano i dettagli, si rischia rialzo dei tassi'

De Vries ammonisce che nelle decisioni della Bce “dopo l'annuncio, ci saranno molte cose da chiarire e si sa che il diavolo è nei dettagli”: insomma i mercati vorranno capire “chi si assumerà i rischi, come verranno fatti gli acquisti e su quali titoli”. Su quest'ultimo punto, rivela, “le voci sono che verranno esclusi acquisti di titoli portoghesi e greci perchè il loro rating non è investment-grade”.

L'analista olandese non nasconde il sospetto che “alla fine i tassi potrebbero addirittura rialzarsi, quando i dettagli del piano saranno comunicati ai mercati”. “Se il programma sarà di 500 miliardi, come si dice, ciò significa che la Bce comprerà all'incirca la metà del totale di bond sovrani emessi nel 2015 nell'Eurozona”. E' un mercato, ricorda, “che peraltro si sta restringendo: così l'azione della Bce porterà la parte inferiore della curva dei rendimenti sotto zero e alla fine la gente smetterà di investirci e inizierà a vendere questi titoli, con il conseguente rialzo dei tassi”.

In realtà, aggiunge de Vries, “non penso che l'obiettivo reale della Bce sia l'ulteriore riduzione dei rendimenti che sono già abbastanza bassi: è molto più importante alzare l'inflazione. Se i prezzi torneranno a crescere sarà un bene per tutta l'Europa. Credo che l'Eurotower voglia soprattutto allargare la massa monetaria così che porti a maggiore credito all'economia reale".

'L'obiettivo vero è l'inflazione, ma contano le dimensioni del programma'

"La domanda è se il QE farà del bene a tutta l'Eurozona o solo ad alcuni paesi importanti, per essere chiari a Italia e Francia. Alla fine potremmo beneficiarne tutti, le Borse potrebbero crescere di molto domani, ma solo se le dimensioni del programma saranno imponenti".

Le misure varate nel 2012, le Outright Monetary Transactions "puntavano ad abbassare gli spread e hanno funzionato bene. Ma l'inflazione – sottolinea - è un'animale più difficile da domare: se i prezzi si rialzano potrebbe essere difficile 'riportare il genio nella lampada'. Penso che tutti ricordiamo cos'è successo negli anni Settanta".

Per de Vries "la domanda è se il QE farà del bene a tutta l'Eurozona o solo ad alcuni paesi importanti, per essere chiari a Italia e Francia. Alla fine potremmo beneficiarne tutti, le Borse potrebbero crescere di molto domani, ma solo se le dimensioni del programma saranno imponenti”.

'Non è una sconfitta della Germania, dobbiamo aprirci al nuovo'

"D'altronde – spiega – io non mi oppongo all'idea che la Bce dica ai mercati di voler varare un programma di acquisto di bond sovrani: il problema è che avrebbero dovuto farlo tre anni fa, quando i rendimenti erano più alti".

"Ma soprattutto finora non ci si è posti la domanda più importante su QE. E cioè, se il programma avrà successo e i tassi dei titoli di Stato caleranno, come verranno divise le perdite di questi bond, che alla fine avranno rendimenti negativi? E' ovvio - afferma de Vries - che ci saranno perdite per la Bce, laddove finora tutti i governi sono stati abituati ad avere profitti".

Nonostante questa ipotesi concreta "non penso che il varo di un quantitative easing sia una sconfitta della Germania" afferma l'analista. "I tedeschi, ma anche gli olandesi, sono contrari di principio al finanziamento monetario degli Stati, per i presidenti di quelle banche centrali è un'idea in contrasto con quello in cui hanno creduto negli ultimi 50 anni. Ma se fossero d'accordo con i dettagli del programma potrebbe non essere un male: e in ogni caso – conclude - dobbiamo rinnovarci e non restare legati alle vecchie idee".

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