Oggi in Confagricoltura la firma dell'intesa tra imprenditori agricoli e i manager delle società di gestione delle principali saline italiane per il progetto di riconoscimento come attività agricola
Il sale marino che viene ottenuto nelle saline tramite l’evaporazione dell’acqua ed è coltivato e prodotto in modo totalmente naturale si presenta in forma solida, e pertanto viene tritato, pulito e preparato per le varie applicazioni. In Italia la produzione di sale marino corrisponde a poco meno del 30% della produzione totale: mediamente quasi 1,2 milioni di tonnellate/anno su un totale di oltre 4 milioni di tonnellate. Anche in Europa la produzione di sale marino è circa il 10% della produzione di sale totale. I principali Paesi produttori di sale marino nella Ue sono la Francia e l’Italia, seguiti da Spagna e Grecia. A sintetizzare i numeri del settore è Confagricoltura in occasione della firma dell'intesa dell'organizzazione degli imprenditori agricoli con i rappresentanti di cinque società di gestione di altrettante saline marine, tra le più importanti in Italia, Atisale, Saline Ing. Luigi Conti Vecchi, Sosalt, Il Parco della Salina di Cervia e Isola Longa.
Il progetto mira a raggiungere l'obiettivo di far riconoscere la coltivazione del sale marino nell'attività agricola, dal momento che oggi è associata all'estrazione del salgemma nelle miniere e quindi come attività industriale. Un obiettivo a cui il sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra e il presidente della commissione Agricoltura della Camera Mirco Carloni, presenti all'evento, hanno garantito il loro impegno per fare in modo che venga raggiunto.
Il sale, oltreché per uso alimentare, viene impiegato nell’industria metallifera, vetraria, chimica, cartaria, farmaceutica, nell’edilizia, nel settore tessile, nella cosmetica e nei detersivi, come antighiaccio nel disgelo stradale. Nell’ambito alimentare vale la pena ricordare che il sale è elemento intrinseco e necessario nei prodotti di alta qualità, quali prosciutti e formaggi.
La salicoltura, che si pratica nelle saline marine, è l’attività di raccolta del cloruro di sodio contenuto nell’acqua di mare fatta evaporare in aree appositamente dedicate attraverso la movimentazione lungo percorsi tesi ad esaltare l’azione evaporante del sole e del vento. Come per l’agricoltura praticata sulla terra, quindi, questa attività segue il ciclo delle stagioni ed è soggetta al clima ed ai fenomeni atmosferici.
Le saline oggi sono parchi naturali poiché nei loro ambienti, controllati dal lavoro umano, si sono creati speciali areali di ripristino e salvaguardia di ecosistemi particolarmente adatti ad una flora ed una fauna eccezionali creando interessantissimi luoghi di biodiversità e di attenzione e salvaguardia del territorio italiano. Da un punto di vista naturalistico, quindi, le saline marittime rappresentano aree privilegiate per l’avifauna.
La vita microscopica dei bacini fornisce nutrimento per fenicotteri, trampolieri, ibis e altri uccelli acquatici. Isolotti e argini ricoperti di vegetazione all’interno dei grandi bacini offrono agli uccelli posti in cui nidificare e riposarsi e li proteggono dai predatori. Come gli agricoltori, i salicoltori hanno un ruolo di primaria importanza come conoscitori e difensori dell’ambiente.