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Tim pronta a cessione rete guarda al futuro con ServCo alleggerita dal debito

Tim pronta a cessione rete guarda al futuro con ServCo alleggerita dal debito
09 novembre 2023 | 16.32
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Come sarà la Tim che nascerà dalla cessione della rete? La ServiceCo, come ancora viene chiamata dagli addetti ai lavori, ovvero la società dei servizi che rimarrà in capo al gruppo, sarà ancora dopo NetCo il player più 'infrastrutturato' del mercato italiano. In altre parole cedendo la rete in rame e in fibra Tim non diventerà una società 'senza rete': possiederà e gestirà la rete mobile abbinata alla più grande infrastruttura di data center nonchè alle reti e agli snodi che servono a trasportare il segnale su internet (backbone). Questo è stato chiarito dai manager del gruppo che oggi hanno incontrato gli analisti dopo la decisione presa dal cda di Tim di accettare l'offerta del fondo Usa Kkr per NetCo per circa 22 miliardi complessivi.

L'operazione si concluderà (closing) tra la fine di maggio e la fine di luglio, ha detto l'amministratore delegato Pietro Labriola che ha messo l'accento sul fatto che grazie all'abbattimento del debito consentito dall'operazione (pari a -14,2 miliardi) la Tim tornerà 'competitiva'. L'esempio arriva dal risultato economico al 30 settembre che presenta un miglioramento di 300 milioni sull'ebitda di gruppo ma che "è stato quasi neutralizzato dall'aumento dei tassi, quindi possiamo migliorare l'operatività il più possibile ma - dice l'Ad - se non risolviamo la questione del debito sarà difficile dare a questa azienda una opzione strategica industriale per il futuro". Insomma "questa è un'occasione reale per Tim: poter avere nuovamente la competitività sul mercato".

Fiduciosi nel fatto che la cessione di NetCo ormai sia un dato di fatto, e che anche qualora giungesse in tribunale le ragioni del cda che ha deliberato l'operazione sarebbero riconosciute, i manager di Tim guardano avanti alle tappe successive del 'dopo' e le indicano al mercato. In attesa del capital market day che arriverà il prossimo marzo.

Ed è così che nella conference con gli analisti Pietro Labriola spiega che indietro non si torna. "Naturalmente, agli azionisti" dice riferendosi senza nominarla a Vivendi "che ritengono che il Consiglio non avesse i poteri per compiere l'operazione, spiegheremo perché si sbagliano e, qualora necessario siamo pronti a farlo in Tribunale, dove siamo certi che le conclusioni del nostro Consiglio saranno confermate. Ecco perché non prevediamo il rischio che la transazione venga ritardata o bloccata" conclude Labriola.

Gli fa eco il general counsel Agostino Nuzzolo : "non prevediamo ritardi o problemi, a meno che non riceviamo un’ingiunzione dal tribunale di Milano che dica, a livello cautelare, e quindi non come decisione sul merito, che dobbiamo fermarci perché c’è stato un processo autorizzativo incorretto. Al momento non abbiamo ricevuto nessuna notifica: sono passati quattro giorni dall’operazione e tre dal signing e non abbiamo ricevuto nessuna notifica su questo tipo di misura provvisoria".E rilancia: "Come sottolineava Pietro (Labriola n.d.r.), non venderemo l’intera rete fissa di cui manterremo la parte strategica".

Inoltre a Tim farà capo sempre Tim Brasil: Tim Brasil "è già la società di telecomunicazioni più redditizia dell’America Latina, con una chiara leadership tra i suoi concorrenti in termini di margine e rendimento del flusso di cassa libero. È destinato a superare il mercato e a fornire un valore superiore e sostenibile, con una forte remunerazione per gli azionisti, come annunciato due giorni fa" prosegue Labriola. E ancora altre risorse entreranno dalla possibile fusione della NetCo con Open fiber: "Gli earn out legati a fusione o aggregazione totale o parziale con Open Fiber e i relativi sgravi normativi entro 30 mesi dal closing ammontano a 2,5 miliardi" indica l'amministratore delegato.

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