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Cisgiordania, polizia Israele uccide "per errore" bimba di 4 anni a checkpoint

Raid Israele a Gaza, 3 giornalisti uccisi: tra loro il nipote del fondatore di Hamas. Save the Children: "10 bambini amputati ogni giorno nella Striscia". Netanyahu: "Hezbollah impari quello che ha già imparato Hamas".

Il checkpoint in Cisgiordania dove è morta la bimba palestinese - Afp
Il checkpoint in Cisgiordania dove è morta la bimba palestinese - Afp
07 gennaio 2024 | 08.03
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Una bambina palestinese di 4 anni è morta, uccisa per errore durante un tentativo di neutralizzare l'uomo alla guida di un'auto che si è schiantato contro un checkpoint nella città di Biddu, nei pressi dell'insediamento di Givat Ze'ev in Cisgiordania. Lo hanno riferito i media israeliani, che citano fonti di polizia. Nell'attacco sono rimaste lievemente due persone, mentre il "terrorista" è stato ucciso.

La polizia israeliana ha quindi ammesso di aver ucciso "per errore" la bambina. Secondo quanto ricostruito, il veicolo con a bordo un uomo e una donna ha accelerato nei pressi del checkpoint ferendo leggermente una giovane agente della polizia di frontiera.

I poliziotti hanno immediatamente aperto il fuoco, uccidendo entrambi gli occupanti dell'auto, ma gli spari hanno colpito anche un veicolo che viaggiava dietro ed al cui interno si trovava la bimba. Gravemente ferita, è stata dichiarata morta poco dopo dai soccorritori accorsi sulla scena.

3 giornalisti uccisi a Gaza, tra loro il nipote del fondatore di Hamas

Tre giornalisti sono stati uccisi a Gaza nel corso di raid israeliani. Lo riferiscono i media palestinesi secondo cui tra loro ci sarebbe Ali Salem Abu Ajwa, nipote di Ahmed Yassin, che fondò Hamas nel 1987 e rimase padre spirituale del gruppo fino alla sua uccisione da parte di Israele nel 2004. Abu Ajwa lavorava come giornalista a Gaza.

Precedentemente era stato reso noto che due giornalisti palestinesi erano stati uccisi, tra loro il figlio del giornalista di Al Jazeera Wael Al-Dahdouh, ed altri due feriti, in un attacco aereo israeliano a ovest di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.

Secondo l'agenzia palestinese Wafa un drone israeliano ha lanciato un missile contro un veicolo a bordo del quale viaggiavano i giornalisti, nella zona di al-Mawasi, a ovest di Khan Yunis. L'attacco ha causato la morte del 29enne Hamza, figlio di Wael Al-Dahdouh, e del giornalista Mustafa Thraya. Il raid ha provocato anche il ferimento di due giornalisti, Ahmed Al-Burash e Amer Abu Amr, entrambi collaboratori della televisione Palestine Today.

Il Sindacato dei giornalisti palestinesi ha documentato l’uccisione di 102 giornalisti e il ferimento di altri 71 da parte delle forze di occupazione israeliane nel solo anno 2023. Wael Al-Dahdouh aveva già perso la moglie, un figlio e la figlia in un attacco aereo israeliano che aveva preso di mira la casa in cui si erano rifugiati nel campo profughi di Nusseirat alla fine di ottobre 2023.

Al Jazeera condanna con forza l'uccisione dei suoi due giornalisti nel nord di Rafah. L'attacco dimostra "senza dubbio - denuncia l'emittente per cui lavoravano Hamza Dahdouh e Mustafa Thuraya - la determinazione delle forze israeliane a continuare questi brutali attacchi contro i giornalisti e le loro famiglie, con l’obiettivo di scoraggiarli dallo svolgimento della loro missione, violando i principi della libertà di stampa”.

Al Jazeera ha chiesto che "la Corte penale internazionale, i governi, le organizzazioni per i diritti umani e le Nazioni Unite ritengano Israele responsabile dei suoi crimini orribili” e ha chiesto che smetta di "prendere di mira e uccidere i giornalisti". Infine, il network con sede a Doha ha promesso di adottare “tutte le misure legali per perseguire gli autori di questi crimini” e si è impegnata a sostenere "tutti i giornalisti a Gaza".

Sono almeno 16 i palestinesi uccisi e altri 50 feriti dopo due attacchi dell'esercito israeliano contro la città di Khan Younis e il campo profughi di al-Maghazi, secondo quanto riferito da fonti locali all'agenzia di stampa Wafa.

"A Gaza amputati 10 bambini ogni giorno"

Più di 10 bambini al giorno, in media, hanno perso una o entrambe le gambe a Gaza dall’inizio del conflitto tre mesi fa. Lo denuncia Save the Children. Dal 7 ottobre, secondo l'Unicef, a più di 1.000 bambini sono state amputate una o entrambe le gambe. Molte di queste operazioni sui bambini sono state effettuate senza anestesia, a causa della paralisi del sistema sanitario nella Striscia provocata dal conflitto e della grave carenza di medici e infermieri e di forniture mediche come anestetici e antibiotici, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

Solo 13 dei 36 ospedali di Gaza rimangono parzialmente funzionanti, ma operano in modo limitato e instabile a seconda della possibilità di accesso al carburante e alle forniture mediche di base in ogni giorno. I nove ospedali parzialmente funzionanti nel sud stanno operando al triplo della loro capacità, nonostante debbano affrontare carenze critiche di forniture di base e di carburante. Inoltre, secondo l'Oms, solo il 30% dei medici di Gaza in servizio prima del conflitto lavora ancora.

"Ho visto medici e infermieri completamente sopraffatti mentre i bambini arrivavano con ferite da esplosione. L'impatto nel vedere i bambini soffrire così tanto e non avere le attrezzature e le medicine per curarli o alleviare il dolore è troppo forte anche per i professionisti più esperti. Anche in una zona di guerra, la vista e la voce di un bambino mutilato dalle bombe non possono essere accettati né tantomeno compresi entro i confini dell'umano”, ha dichiarato Jason Lee, direttore di Save the Children nei Territori palestinesi occupati.

"I bambini piccoli coinvolti nelle esplosioni sono particolarmente vulnerabili nei confronti delle lesioni gravi invalidanti. Hanno il collo e il busto più deboli, quindi è sufficiente una minore forza per causare una lesione cerebrale. Le loro teste non sono ancora completamente formate e i loro muscoli non sviluppati offrono minore protezione, quindi è più probabile che un'esplosione possa lacerare gli organi nell'addome, anche quando non ci sono danni visibili. La sofferenza dei bambini in questo conflitto è inimmaginabile e lo è ancora di più perché è inutile e assolutamente evitabile. Questa sofferenza, l'uccisione e la mutilazione dei bambini sono considerate come gravi violazioni nei confronti dei bambini, e i responsabili devono essere chiamati a risponderne", ha detto ancora Lee.

"Se la comunità internazionale non interviene per far fronte alle proprie responsabilità ai sensi del diritto internazionale umanitario e per prevenire i crimini più gravi di rilevanza internazionale, la storia ci giudicherà tutti. Dobbiamo tenere conto delle lezioni del passato e impedire che si continuino a verificare crimini atroci. Solo un cessate il fuoco definitivo porrà fine alle uccisioni e alle mutilazioni di civili e consentirà l'arrivo degli aiuti umanitari, di cui c'è disperato bisogno - compresi i medicinali essenziali per i bambini feriti - nelle quantità e nei luoghi richiesti", ha concluso il responsabile di Msf.

Hamas a Egitto: "Aprire valico Rafah per evacuare 6mila feriti!

Hamas chiede intanto al governo egiziano di aprire il valico di Rafah per permettere l'evacuazione dalla Striscia di circa 6mila feriti gravi la cui vita è in pericolo. Lo riferisce Haaretz.

Secondo Hamas, vi sono altri 5mila feriti e ammalati nella Striscia e il sistema sanitario non è in grado di affrontare un così alto numero di casi. Al momento, afferma Hamas, non più di 10-20 persone vengono trasportate ogni giorno fuori dalla Striscia per ricevere trattamenti medici.

"Prove che Hamas ha costruito missili da crociera grazie a Iran"

I militari dell'Esercito israeliano a Gaza City hanno scoperto equipaggiamento tecnologico che dimostrerebbe la capacità di Hamas di costruire missili da crociera, una capacità che finora non si sapeva avesse e che avrebbe ottenuto grazie all'Iran. I soldati della Brigata Nahal e delle forze speciali, in un raid in un tunnel, hanno rinvenuto "componenti che dimostrano che i terroristi dell'organizzazione terroristica di Hamas hanno imparato, sotto la guida iraniana, a far funzionare e a costruire componenti di precisione e armi strategiche", sostengono le Idf. Che hanno mostrato le immagini di quello che sembra essere il motore di un razzo e la testata di un missile da crociera sviluppato da Hamas.

Idf: sparatoria in Cisgiordania è stato attacco terroristico

La sparatoria in cui è rimasto ucciso questa mattina in Cisgiordania un cittadino israeliano è stato un attacco terroristico. Queste le conclusioni cui sono giunte le Forze di difesa israeliane che hanno avviato una caccia all'uomo per catturare i terroristi responsabili dell'agguato compiuto vicino all'insediamento di Ofra. Ad essere ucciso è stato un cittadino israeliano di 33 anni, residente a Gerusalemme est, trovato in condizioni disperate dai soccorritori nella sua auto.

Operazione a Jenin, morti 7 palestinesi e una poliziotta israeliana

E' di 8 morti - 7 palestinesi, tra cui sei fratelli, e un'agente della polizia di frontiera israeliana - il bilancio di un'operazione dell'Esercito dello Stato ebraico a Jenin, in Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti delle forze di difesa israeliane, secondo cui altri tre agenti sono rimasti feriti. L'operazione è partita dopo l'esplosione di un ordigno al passaggio di un veicolo a bordo del quale si trovava il sergente 19enne Shay Germay, insieme ad altri tre colleghi: l'Esercito israeliano ha lanciato un raid aereo sulla zona, provocando la morte di sei palestinesi, tutti civili, secondo il ministero della Sanità dell'Anp, mentre un settimo è morto qualche ora dopo in seguito alle ferite riportate. Sei delle vittime erano fratelli, di età compresa tra i 18 ed i 27 anni.

L'Esercito israeliano ha invece sostenuto che i sette fossero "terroristi" che stavano fabbricando ordigni esplosivi da utilizzare contro i militari. Secondo "Times of Israel", la Jihad islamica ha rivendicato la responsabilità dell'attacco contro il veicolo a bordo del quale si trovavano i quattro agenti della polizia di frontiera.

Ministero Sanità Gaza: 22.835 i morti per gli attacchi israeliani

E' salito a 22.835 il numero dei morti a Gaza a causa delle operazioni israeliane. Lo ha reso noto il ministero della Sanità della Striscia, secondo cui si contano anche 58.416 feriti tra i palestinesi. Il ministero riferisce poi che nelle ultime 24 ore si sono registrati 12 "massacri" di famiglie palestinesi, con 113 "martiri" e 250 feriti. Tra le vittime, circa 10mila sarebbero minori.

Blinken in Giordania

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha ringraziato il re di Giordania per il suo ruolo nell'inviare aiuti umanitari ai palestinesi e ribadito il no americano al trasferimento forzoso degli abitanti di Gaza.

"Il segretario ha ringraziato re Abdullah II per il ruolo e la leadership della Giordania nel fornire aiuto salva vita ai civili palestinesi a Gaza. Entrambi hanno convenuto di proseguire la stretta cooperazione per l'assitenza umanitaria. Il segretario ha sottolineato l'opposizione americana al trasferimento forzoso dei palestinesi dalla Cisgiordania e da Gaza e la necessità cruciale di proteggere i civili in Cisgiordania dalla violenza dei coloni estremisti", ha affermato il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, citato da Haaretz. Blinken, ad Amman nell'ambito di una nuova missione diplomatica in Medio Oriente, ha anche ribadito l'impegno per una pace sostenibile con uno stato palestinese indipendente.

Dopo aver fatto tappa a Creta, ieri, Blinken è volato nella capitale giordana all'inizio di un lungo tour in Medio Oriente, il quarto nella regione in quattro mesi. Oltre ad Amman, secondo il suo ufficio, visiterà il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti, l'Arabia Saudita, nonché Israele, la Cisgiordania e l'Egitto. In precedenza aveva incontrato a Istanbul il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il ministro degli Esteri Hakan Fidan.

Durante il viaggio, Blinken sta cercando di discutere passi concreti su come gli attori nella regione potrebbero usare la loro influenza per evitare un'escalation della guerra a Gaza. Washington punta anche a garantire che maggiori aiuti umanitari entrino a Gaza e che i militanti di Hamas liberino i restanti ostaggi.

Netanyahu: "Hezbollah impari quello che ha già imparato Hamas"

"Suggerisco che Hezbollah impari quello che Hamas ha già imparato negli ultimi mesi: nessun terrorista è immune. Siamo determinati a proteggere i nostri cittadini e a far tornare i residenti a nord in sicurezza nelle loro case". Così il premier israeliano Benyamin Netanyahu, nel corso di una riunione del gabinetto, ribadendo che "la guerra non si fermerà fino a quando non avremo completato tutti gli obiettivi, l'elimazione di Hamas, il ritorno degli ostaggi e la promessa che Gaza non rappresenterà più una minaccia per Israele".

Intanto le forze di difesa israeliane hanno ammesso danni alla propria base di controllo aereo del monte Meron in seguito ad un attacco di razzi da parte di Hezbollah. La difesa aerea continua tuttavia a funzionare, grazie ai sistemi di emergenza, ha assicurato l'Idf, senza specificare il tipo e l'entità del danno subìto. Secondo immagini pubblicate dal gruppo sciita libanese sono state colpite le cupole di due radar

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