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Professioni: Confassociazioni, stupiti da esclusione in Cnel

Professioni: Confassociazioni, stupiti da esclusione in Cnel
11 settembre 2017 | 13.36
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“Dopo la notizia del decreto di nomina dei nuovi consiglieri Cnel da parte del governo, prendiamo atto dell’assenza dei professionisti associativi in quello che, ai sensi della Costituzione vigente, è l’organo che sintetizza le principali rappresentanze del nostro Paese”. Lo ha dichiarato in una nota Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni.

“Eppure - ha continuato Deiana - quello delle professioni associative è un settore strategico che, ad oggi, secondo i migliori istituti di ricerca, annovera una platea di 3,5 milioni di professionisti, di cui poco più di un 1 milione iscritta alle circa 1.500 associazioni esistenti. Un sistema che genera il 9% del Pil del Paese (il 21% se si considerano le aziende collegate). E’ possibile tenere questo mondo fuori dal Cnel solo per motivi politici?”.

“D’altra parte, siamo convinti che l’approvazione da parte del Parlamento della legge 4/2013 e del Jobs Act sul lavoro autonomo sia stata la presa d’atto del cambiamento avvenuto nell’economia e nella società italiana e il riconoscimento del contributo, spesso determinante, che i nostri professionisti apportano all'occupazione e alla crescita del Paese. Per cui stentiamo a credere che le nomine appena fatte dalla presidenza del Consiglio siano un atto politico e contengano un giudizio negativo sul ruolo dei professionisti in generale e dei professionisti associativi, in particolare”, ha avvertito.

“E’ per questo - ha affermato Angelo Deiana - che, prima di esprimere una posizione fortemente censoria sull’azione del governo, siamo interessati a conoscere i criteri utilizzati. E, dunque, prima di fare ricorso, abbiamo scritto una lettera al sottosegretario Boschi e al presidente Treu per chiedere un incontro che ci aiuti a capire perché non si possa chiamare a far parte del Cnel una Confederazione come Confassociazioni che raggruppa ad oggi 335 organizzazioni professionali tra soggetti di primo e secondo livello che riuniscono più di 570mila professionisti, circa 126mila imprese (con dimensione media di 4,5 addetti)".

"Anche perché - ha aggiunto - sappiamo bene che la legge 936/86 che regola il Cnel non prevede criteri specifici di rappresentatività, ma lascia solo ed esclusivamente alla scelta politica della presidenza del Consiglio le organizzazioni da inserire”.

“In ogni caso - ha concluso Deiana - riconfermiamo la nostra disponibilità a collaborare con il Parlamento, le forze politiche, il governo e il Cnel, mettendo a disposizione tutte le nostre conoscenze e capacità. Nel frattempo, auguriamo ai nuovi consiglieri e al presidente Tiziano Treu, buon lavoro”.

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