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Lunga vita al pomodoro silenziando un gene, studio italiano

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06 luglio 2020 | 16.38
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Lunga vita al pomodoro. Come? Silenziandogli il gene dell'invecchiamento scoperto da uno studio di ricercatori italiani dell'università Statale di Milano pubblicato su 'Scientific Reports'. Gli esperti hanno preso a cuore il sogno di ogni coltivatore: avere piante più longeve e produttive. E con il loro lavoro scientifico hanno scoperto che esiste un gruppo di fattori di trascrizione presenti nelle piante che svolgono un ruolo fondamentale nel controllo della senescenza delle foglie e dei frutti: i fattori di trascrizione Nac.

Il ruolo di uno dei fattori di trascrizione di tipo Nac nel pomodoro è stato chiarito dallo studio realizzato dal gruppo di Simona Masiero e coordinato da Chiara Mizzotti del Dipartimento di Bioscienze della Statale. Silenziando questo gene Nac è stato visto che le piante di pomodoro restano giovani e verdi molto più a lungo, motivo per cui il gene è stato soprannominato HḖBĒ (Heb), come la dea della giovinezza nella mitologia greca (Ebe, figlia di Zeus ed Era). Heb è espresso in particolare nelle foglie e nelle gemme fiorali, evidenziano gli esperti, e il suo silenziamento porta alla produzione di piante che rimangono giovani con foglie che hanno una migliore capacità di fare fotosintesi e un contenuto più alto di clorofilla.

Le analisi molecolari, spiegano gli esperti, hanno permesso di dimostrare che Heb regola i geni coinvolti nel processo di senescenza andando ad attivare alcuni pathways che determinano la disidratazione dei tessuti e lo smantellamento della clorofilla.

Non è un'impresa facile risolvere il rebus dell'invecchiamento delle piante. Il programma genetico alla base della senescenza è estremamente complesso e regolato a livello trascrizionale, post-trascrizionale, traduzionale e post-traduzionale.

Quando una foglia ingiallisce inizia un processo chiamato senescenza in cui va incontro a diversi cambiamenti citologici e biochimici, come lo smantellamento degli organelli e la degradazione della clorofilla. Le macromolecole precedentemente accumulate vengono distrutte e i prodotti di questa degradazione vengono trasferiti in altri tessuti o organi.

Poter prolungare la vita della pianta e la capacità fotosintetica delle sue foglie aumenta la biomassa, la resa delle colture, la conservazione e l'accumulo di metaboliti. Ecco perché 'l'elisir di lunga vita' per ottenere piante di pomodoro 'matusalemme', che si mantengono attive e verdi più a lungo, è di grande interesse. Lo studio condotto dai ricercatori italiani, sul gene responsabile del processo di invecchiamento della pianta il cui frutto regna sovrano sulle tavole degli italiani, è preliminare. Ma, assicurano gli autori, pone le basi per future applicazioni che consentiranno di sviluppare coltivazioni più longeve e produttive.

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