Se Salvini farà il ministro dell'Interno e "avrà bisogno di una mano gliela darò molto volentieri" ma il ruolo a capo del Viminale è "incompatibile con quello di segretario di partito". Lo dice, intervistato da 'La Stampa', l'ex governatore lombardo ed ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, che, a proposito dell'affermazione del leader del Carroccio che ha promesso 'mano libera alla Polizia', spiega: "Non si può fare. Sono cose che si dicono nei comizi, ma poi quando sei lì, ti rendi conto che hai responsabilità enormi".
Da qui, per Maroni, l'incompatibilità: "Si rischia di creare dei problemi di cortocircuito e questa è una cosa che Matteo non aveva considerato. Il ruolo deve essere istituzionale e super partes, sennò non funziona". Per quanto riguarda il proprio futuro, Maroni esclude ritorni in campo: "Se uno come me decide basta, poi è basta. Guardate Obama, ha smesso di fare il presidente Usa e ora si occupa di altro. Quello è il mio modello. Non sono come Berlusconi che a 80 anni è ancora lì che briga...".
Quanto al premier incaricato, Giuseppe Conte, "direi che non è partito benissimo. Si dice che non arriverà a Natale. C'è chi pensa a chissà quali retroscena ma io credo sia stata solo una scelta superficiale. Alla fine il pressapochismo non paga". "Insomma - conclude - ci sono tutte le premesse perché questo governo non riesca. Ed è per questo che invece riuscirà. Dopodiché non farò il tifo contro. Anzi solidarizzo con Conte perché è un avvocato come me".