Firmato accordo nella maggioranza, l'impegno comune per la riduzione dei parlamentari. Proposta per una legge elettorale entro dicembre
"Oggi i capigruppo della maggioranza di Camera e Senato hanno siglato un impegno comune che darà seguito alla riforma della riduzione dei parlamentari, che si voterà nelle prossime ore, con quattro punti specifici sulle Riforme istituzionali da offrire anche al dialogo con le opposizioni". È quanto si legge in una nota diffusa a seguito del vertice tra i capigruppo di maggioranza alla Camera. Il documento è stato sottoscritto per il Movimento 5 Stelle da Francesco Silvestri e Gianluca Perilli, per il Partito Democratico da Graziano Del Rio e Andrea Marcucci, per Italia Viva da Maria Elena Boschi e Davide Faraone, per Liberi e Uguali da Loredana De Petris e Federico Fornaro, per il gruppo Autonomie del Senato da Julia Unterberger.
"La riduzione del numero dei parlamentari implica alcuni interventi sui Regolamenti parlamentari. Auspichiamo - si legge nel documento - un lavoro rapido delle Giunte per il Regolamento di Camera e Senato per riformare i Regolamenti vigenti così da adeguarli in modo efficiente al nuovo numero dei parlamentari, garantendo in entrambi i rami del Parlamento alle minoranze linguistiche di potere costituire gruppi o componenti autonome".
Il primo punto del documento riguarda la proposta della maggioranza per una nuova legge elettorale da presentare entro fine anno, ovvero entro il mese di dicembre. "I capigruppo di maggioranza assumono i seguenti impegni comuni, che offrono al dialogo con le forze di opposizione", si legge nel documento che indica come primo punto proprio il restyling della legge elettorale. "La riduzione del numero dei parlamentari incide sul funzionamento delle leggi elettorali di Camera e Senato - si legge nel testo - aggravandone alcuni aspetti problematici, con riguardo alla rappresentanza sia delle forze politiche sia delle diverse comunità territoriali. Conseguentemente, ci impegniamo a presentare entro il mese di dicembre un progetto di nuova legge elettorale per Camera e Senato al fine di garantire più efficacemente il pluralismo politico e territoriale, la parità di genere e il rigoroso rispetto dei principi della giurisprudenza della Corte costituzionale in materia elettorale e di tutela delle minoranze linguistiche".
La riforma che la maggioranza intende attuare per fornire una cornice adeguata al taglio dei parlamentari "è essenziale per valorizzare il ruolo del Parlamento con interventi tesi ad armonizzare il funzionamento delle due Camere e limitare in maniera strutturale il ricorso alla decretazione d’urgenza e alla questione di fiducia. In particolare si tratta di intervenire anche sulla disciplina del procedimento legislativo allo scopo di dare certezza di tempi alle iniziative del governo e più in generale ai procedimenti parlamentari, coniugando la celerità dell’esame parlamentare con i diritti delle minoranze".
'Omogeneizzare' il voto dell'elettorato, attivo e passivo, di Camera e Senato. Questo un altro degli impegni assunti dalla maggioranza. "Ci impegniamo a intervenire, nel corrente mese di ottobre - si legge nel documento che sancisce la 'stretta di mano' - sul progetto relativo all’abbassamento dell’età per il voto per il Senato della Repubblica in corso di esame in quel ramo del Parlamento per equiparare i requisiti di elettorato attivo e passivo di Camera e Senato. Ci impegniamo, altresì, a presentare un testo volto a modificare il principio della base regionale per l’elezione del Senato e per riequilibrare il peso dei delegati regionali che integrano il Parlamento in seduta comune per l'elezione del Presidente della Repubblica, a partire dall'elezione successiva a quella delle nuove Camere in composizione ridotta".
Quindi l'ultimo punto: "Ci impegniamo ad avviare entro dicembre un percorso che coinvolga tutte le forze politiche di maggioranza, aperto al contributo dei costituzionalisti e della società civile, volto anche a definire possibili interventi costituzionali, tra cui quelli relativi alla struttura del rapporto fiduciario tra le Camere e il Governo e alla valorizzazione delle Camere e delle Regioni per un'attuazione ordinata e tempestiva dell'autonomia differenziata".