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De Rossi e la svolta della comunicazione, non servono nemici

Prima ancora che sia il campo a parlare, una prima discontinuità con Mourinho

Mourinho/De Rossi
Mourinho/De Rossi
19 gennaio 2024 | 13.29
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In attesa della prova del campo, Daniele De Rossi affronta la prima sfida sul terreno più congeniale a Mourinho, la comunicazione. Lo fa nella sua prima conferenza stampa da allenatore della Roma, scegliendo un tono e un registro che danno una prima sostanziale indicazione. Sa quello che vuole dire e come vuole comunicare, con una evidente discontinuità rispetto al suo ingombrante predecessore: non ha bisogno di 'nemici'. La squadra è forte, l'obiettivo è il quarto posto, i messaggi con Totti e Mourinho, la trasparenza dei Friedkin, De Rossi risponde alle domande cercando di offrire l'immagine di chi non ha problemi a dire le cose come stanno.

Me la giocherò fino alla morte per rimanere qui

Una prima sostanziale precisazione. De Rossi non si sente un traghettatore e non ha nessuna intenzione di sedere sulla panchina della Roma in attesa del prossimo allenatore. Quello che succederà a giugno dipenderà da quello che la squadra riuscirà a fare e quello la squadra riuscirà a fare dipenderà anche da quello che riuscirà a fare lui. Con un messaggio chiaro: "Me la giocherò fino alla morte per rimanere qui".

L'unica cosa che ho chiesto è trattarmi da allenatore, non da leggenda

Contratto firmato in bianco, o quasi, nessuna opzione, nessuna clausola. Sei mesi per guadagnarsi quello che ha sempre sognato. Aggiungendo una frase che vuol dire tanto: "L'unica cosa che ho chiesto è trattarmi da allenatore, non da leggenda". Vuol dire innanzitutto che De Rossi si aspetta di essere valutato per i risultati e non come uomo immagine, "Non voglio fare il giro di campo con Romolo", che è la mascotte che si muove sotto la tribuna prima delle partite all'Olimpico. Vuol dire anche, neanche troppo sottinteso, che si aspetta che non venga scelto un altro allenatore prima di avere avuto il tempo di confrontarsi con il campo.

Non devo fare finta che non sono mai stato qui dentro

De Rossi ha una lunga storia nella Roma da calciatore, e da bandiera, e non pensa sia necessario comportarsi con quelli che sono stati i suoi compagni di squadra, o di Nazionale, con un distacco che sarebbe finzione: "Non devo fare finta che non sono mai stato qui dentro, non devo far finta che non voglio bene a Pellegrini, Cristante...". Poi ci sono le regole del campo: "Mi sento l'allenatore, la sensazione è che gradiscano quello che sentono in campo".

L'effetto calmante è un modo brutto di definire una scelta

Altrettanta chiarezza quando deve affrontare la domanda che tutti si sono posti quando il nome di De Rossi è stato annunciato. "Non sono stupido, l'effetto calmante è un modo un po' brutto di definire la scelta. Penso che magari con altri allenatori qui la reazione poteva essere ancora peggiore". Mourinho non si dimentica e non va dimenticato. "Nessuno è più capace dei tifosi della Roma di saper amare due persone insieme, nessuno gli toglierà l'amore per Mourinho ma credo possano farlo anche con me". Poi, un passaggio ancora più esplicito. "È normale che non sono stato scelto per i risultati folgoranti con la Spal, non sono stupido, ma calmante è brutto, penso che sono stati presi in considerazione vari aspetti nella scelta".

Tra le prime 4, non è facile ma è un obiettivo a cui puntare

Sul piano dei risultati arriva l'altra grande differenza rispetto a Mou. L'obiettivo che indica De Rossi è uno, netto e chiaro, senza troppe subordinate: raggiungere il quarto posto. "Saremmo contenti se fossimo tra le prime 4 della classifica, non è facile ma è un obiettivo a cui puntare". (Di Fabio Insenga)

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