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Afghanistan, Talebani conquistano Mazar-i-Sharif

Gli insorti hanno espugnato le principali città delle province di Logar, caduta anche Sharana. Di Maio: "Pronti a evacuare"

Foto Afp
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14 agosto 2021 | 07.40
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Prosegue inarrestabile l'avanzata dei Talebani in Afghanistan. Anche l'ultima grande città del nord dell'Afghanistan è nelle loro: i miliziani hanno assunto il controllo di Mazar-i-Sharif, un'ora circa dopo essere riusciti a superare la linea del fronte all'ingresso della città. A confermarlo sono stati una fonte delle forze di sicurezza e un funzionario locale.

Gli insorti sarebbero arrivati a undici chilometri da Kabul, secondo quanto riporta la deputata della provincia di Logar, Hoda Ahmadi, citata da al Jazeera.

I militanti avrebbero conquistato tutta la provincia e arrestato i funzionari locali, arrivando fino nel distretto di Char Asyab, a circa undici chilometri a sud di Kabul. E' caduta, senza combattimenti, Sharana, capoluogo della provincia orientale di Paktika, come confermano all'agenzia Dpa da tre esponenti politici della zona dopo le rivendicazioni del movimento.

Secondo i consiglieri provinciali Afsar Khan Suliman Khail e Bakhtyar Gul Hemat e la parlamentare Suraya Akbari, i Talebani hanno preso il controllo di diversi uffici governativi, compreso quello del governatore, del quartier generale della polizia, dell'intelligence e del carcere della città.

Tutti e tre gli esponenti politici hanno confermato che gli insorti hanno conquistato Sharana senza combattere dopo una mediazione per evitare uno "spargimento di sangue". Secondo le fonti, i funzionari governativi e le forze di sicurezza sarebbero stati trasferiti in una struttura militare nella provincia.

A Kabul, intanto, continuano ad arrivare migliaia di sfollati e crescono i timori per la capitale. Una fonte diplomatica ha riferito nelle scorse ore alla Cnn di una valutazione dell'intelligence che ha indicato che la capitale afghana potrebbe essere "isolata" dai Talebani entro la settimana e ha sottolineato che questo non significa comunque che gli insorti "entreranno" nella città.

Tra le grandi città finite in mano ai Talebani ci sono quelle di Herat, dove per anni sono stati dispiegati i soldati italiani, Kandahar, culla del movimento fondato dal mullah Omar, e Lashkar Gah, capoluogo della turbolenta provincia meridionale di Helmand. Da nord verso sud, sulla mappa dell'avanzata degli insorti pubblicata da Axios sulla base di dati di al-Jazeera (dove non viene però segnata Pul-i-alam), ci sono anche Faizabad (capoluogo della provincia di Badakhshan), Kunduz (nell'omonima provincia), Taloqan (Takhar), Sheberghan (Jowzjan), Sar-e-Pul (omonima provincia), Aybak (Samangan), Pul-i-Khumri (Baghlan), Ghazni (omonima provincia), Farah (omonima provincia), Qala-e Naw (Badghis) e Zaranj (Nimruz).

I Talebani: "Amnistia per chi ha collaborato con Kabul e Occidente"

I Talebani hanno annunciato che concederanno l'amnistia a coloro che hanno collaborato negli ultimi 20 anni con le autorità di Kabul o con le forze internazionali guidate dagli Stati Uniti. Lo ha dichiarato su Twitter il portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid, in una nota sugli ultimi sviluppi nel Paese. Mujahid ha descritto l'avanzata come una dimostrazione della ''popolarità'' che gli insorti godono tra la popolazione afghana. La conquista di 18 capoluoghi di provincia in una settimana, ha fatto notare, ''non è possibile con l'uso della forza''.

''Le regione e le province che sono finite sotto il controllo dell'Emirato Islamico sono una prova di fatto della popolarità e dell'accettazione che ci riserva la nazione, perché un progresso tanto grande e rapido non sarebbe stato possibile con la forza'', ha detto il portavoce talebano. Rivolgendosi a coloro che hanno collaborato con Kabul e l'Occidente, Mujahid ha detto che ''le braccia dell'Emirato Islamico sono aperte a loro''.

Intanto Stati Uniti e altri Paesi europei stanno accelerando le pratiche per evacuare gli afghani che hanno collaborato con loro negli anni e le loro famiglie.

Mentre sono in corso le procedure per rimpatriare lo staff delle ambasciate internazionali a Kabul, i Talebani hanno garantito che il personale diplomatico e i civili afghani non sono un obiettivo degli insorti. Anzi, i Talebani ''proteggeranno le loro vite, proprietà e attività. E creeranno un ambiente sicuro per la propria nazione amata, nessuno si deve preoccupare di questo''. Per questo, ha proseguito Mujahid, ''connazionali o stranieri, non solo saranno tutti sani e salvi nell'Emirato Islamico, ma anche godranno di una atmosfera sicura''.

Stoltenberg: "Sostegno al governo afghano"

"Il nostro obiettivo resta il massimo sostegno possibile al governo afghano e alle forze di sicurezza afghane". Lo assicura in una nota il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo la riunione del Consiglio atlantico di oggi per consultazioni sulla situazione in Afghanistan. "Continuiamo a valutare gli sviluppi sul terreno - continua Stoltenberg - e siamo in contatto costante con le autorità afghane e con il resto della comunità internazionale".

"I Talebani devono capire che non saranno riconosciuti dalla comunità internazionale se prenderanno il Paese con la forza. Restiamo impegnati a sostenere una soluzione politica del conflitto", ribadisce Stoltenberg.

"Gli alleati della Nato sono profondamente preoccupati per gli alti livelli di violenza causati dall'offensiva dei Talebani, compreso gli attacchi dei civili, gli omicidi mirati e le notizie di altri gravi abusi dei diritti umani", evidenzia il segretario generale della Nato, riaffermando che "la sicurezza del nostro personale è fondamentale: la Nato manterrà la propria presenza diplomatica a Kabul e continuerà ad adeguarla se necessario".

Di Maio sente Draghi

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ieri ha sentito telefonicamente il presidente del Consiglio Mario Draghi per fare il punto sulla situazione in Afghanistan alla luce degli ultimi sviluppi dopo l'avanzata dei talebani. A quanto si apprende, durante il colloquio è stata ribadita la necessità di procedere con la massima attenzione per mettere in sicurezza anche il personale dell’ambasciata italiana a Kabul.

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