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Argentieri (J.Cabot): "battaglione Azov nazisti? E' falsificazione russa"

Docente di scienze politiche e studioso dell'Europa dell'est, Argentieri racconta un suo incontro con Cerven, un comandante del battaglione di Azov. Con l'evacuazione dell'acciaieria Azvostal, afferma, Zelensky ha scelto il male minore

Il comandante Cerven - (immagine per gentile concessione del prof. Argentieri)
Il comandante Cerven - (immagine per gentile concessione del prof. Argentieri)
18 maggio 2022 | 16.29
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La reputazione nazista del battaglione di Azov "fu fabbricata dai russi". Intervistato dall'Adnkronos, lo studioso dell'Europa orientale Federigo Argentieri ricorda un suo incontro con "Cerven", un comandante di Azov che raccontò come nacque il battaglione e come ne furono espulsi gli estremisti. Oggi, afferma il docente di scienze politiche, Zelensky ha scelto "il male minore" facendo uscire i combattenti da Azovstal prima che morissero di stenti.

"Nel novembre 2018 andai in viaggio con i mei studenti e un collega a Leopoli, nell'ambito di un gemellaggio con l'universtà cattolica di Leopoli", racconta il docente della John Cabot University. In quell'occasione fu organizzato un incontro con un comandante del battaglione di Azov, che si presentò con il nome di Cerven e "rispose a tutte le domande con grande pacatezza".

"Noi siamo nati come reazione all'occupazione illegittima del Donbass e della Crimea nel 2014 - disse Cerven agli studenti - il nostro obiettivo è ricacciare i russi a casa loro. Siamo un battaglione volontario, da tempo inserito nell'esercito regolare ucraino". Il comandante ammise che agli inizi c'erano "un po' troppi estremisti", un fatto che descrisse come "inaccettabile". "Abbiamo denunciato questi estremisti, che poi sono stati processati per atti di violenza precedenti, e li abbiamo espulsi dal battaglione prima che questo fosse integrato nell'esercito regolare", ha assicurato Cerven.

Il comandante raccontò che il battaglione, pur integrato nell'esercito, continuava ad accettare volontari, una parte dei quali stranieri, provenienti soprattutto da Polonia, Bielorussia e Georgia. "Noi non ci caratterizziamo politicamente, non andiamo a vedere il curriculum politico di chi vuole entrare nel battaglione, guardiamo al comportamento e alla preparazione militare", disse ancora Cerven, spiegando che il nome Azov fu scelto perché il battaglione ha la sua base a Mariupol, che si affaccia su questo mare.

"La Russia fa propaganda contro di noi perché ci teme, perché qualche successo l'abbiamo ottenuto. Noi siamo molto determinati. Abbiamo dato fiducia all'esercito ucraino con la nostra volontà di difendere il territorio", disse ancora Cerven, aggiungendo che "questa reputazione di nazisti è stata fatta fabbricata ad arte in Russia è ha avuto molta presa in Italia". "Questa storia del nazismo è tipica dei russi - affermò - per i quali il nazismo è tutto ciò che non è russo e non obbedisce alla logica imperiale".

Con l'evacuazione dei combattenti dall'acciaieria Azovstal, "non c'è stata la resa del battaglione nazista, come vuole la narrativa russa", dice Argentieri, sfidando a trovare presunti crimini di guerra commessi dal battaglione di Azov. "La Russia ha costruito una narrativa del battaglione di Azov protagonista di un genocidio nel Donbass, senza nessun riscontro nella realtà, appropriandosi anche dei morti", continua il docente. "L'esercito ucraino ha perso 16mila uomini in otto anni di guerra" nel Donbass, ma la stessa cifra viene usata dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov quando parlano del presunto genocidio.

I combattenti del battaglione erano disposti a morire nell'acciaieria Azovstal, ma il rischio, ragiona Argentieri, è che morissero "di dissenteria e colera, in assenza di medicinali, acqua, e cibo". E quindi, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto loro di cominciare a uscire. Così facendo, "Zelenski si è assunto una responsabilità enorme, ma ha fatto la cosa giusta, scegliendo il male minore", afferma il docente. Che ha poi ricordato come un deputato della Duma russa abbia chiesto alla Corte suprema di Mosca di valutare la denuncia contro il battaglione di Azov per crimini di guerra, con la possibilità che i combattenti siano processati, invece che scambiati con altri prigionieri come vorrebbe Kiev.

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