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Bambina uccisa a Catania, indagini: movente, il coltello, le bugie

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14 giugno 2022 | 19.38
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Manca il movente dell'omicidio della bambina di 5 anni, la piccola Elena Del Pozzo, uccisa dalla madre Martina Patti in provincia di Cataania. "Non è stato chiarito" dice il comandante dei carabinieri Rino Coppola. "Siamo ancora in fase di approfondimento investigativo" spiega. E' stata la mamma 23enne, che ieri aveva denunciato il rapimento della figlia scomparsa, a far ritrovare il corpicino della bimba vicino alla loro abitazione di Mascalucia nel catanese e, poi, a confessare di averla uccisa a coltellate. La donna ha detto di aver sotterrato il corpicino in un campo vicino alla via Euclide. Ha detto di aver agito da sola, dopo essere andata a prendere la figlia all'asilo, di aver usato un coltello da cucina e dei sacchi neri per nascondere il corpo nella terra.

"Dopo il ritrovamento del cadavere - aggiunge il comandante dei carabinieri Rino Coppola - la signora è stata sentita con l’assistenza del suo legale e ha ammesso di aver ucciso la bimba con un coltello, ma non ha detto perché. L’abitazione - conclude- è stata messa sotto sequestro" e sarà sottoposta a ulteriori indagini.

LE BUGIE - In un primo momento la madre aveva parlato di un rapimento. Di tre uomini incappucciati, di cui uno armato, che avevano portata via a forza la bambina, strappandola dalle sue mani. "La bambina è stata prelevata intorno alle ore 13 dall’asilo dalla madre" riferisce il comandante dei carabinieri. "La signora riferisce del rapimento intorno alle 15.30, orario in cui allerta l’ex convivente prima al telefono, poi, si reca dai genitori e con questi ultimi viene in caserma e fa la denuncia". "Non capiamo come sia stata possibile una cosa del genere, il rapimento era impensabile, chi poteva immaginare quanto avvenuto?" aveva commentato a caldo Giovanni del Pozzo, nonno paterno della piccola Elena. "Sembra tutto molto strano - aggiunge - La madre era un tipo molto chiuso. Adesso - conclude - chi è stato a compiere un gesto del genere deve pagare così come altre persone, eventualmente, l’avessero aiutata".

LA GELOSIA - La madre di Elena non tollerava che la figlia si affezionasse all'attuale partner del padre della bimba. La donna avrebbe agito, quindi, anche per una forma di gelosia nei confronti dell’attuale compagna dell’ex convivente. "E' stato un interrogatorio drammatico di una donna distrutta e molto provata che ha fatto qualcosa che neppure lei pensava di poter fare" afferma Gabriele Celesti, legale difensore di Martina Patti. "Ha agito come se qualcuno si fosse impadronito di lei dimostrandosi tutt'altro che fredda e calcolatrice". Il legale ha anche reso noto che farà "incontrare la mia assistita con uno psichiatra di fama per verificare le sue condizioni e dopo decideremo sulla perizia".

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