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'Costretto a perdere', la storia del judoka iraniano

Sarebbe accaduto ai Mondiali di Tokyo nel 2018. Saeid Mollaei sarebbe stato costretto a farsi battere dal belga Matthias Casse per evitare la finale con l'israeliano Sagi Muki

(Foto Afp)
(Foto Afp)
29 agosto 2019 | 16.29
LETTURA: 3 minuti

'Costretto a perdere'. Sarebbe finita così la storia del judoka iraniano Saeid Mollaei ai Mondiali di Tokyo. Nel 2018 Mollaei aveva regalato alla Repubblica Islamica uno storico oro mondiale nella categoria -81 kg e da 24 ore lo scettro è passato nelle mani dell'israeliano Sagi Muki, protagonista delle pagine dei quotidiani di Israele che 'spiegano' la sconfitta di Mollaei. Le rivelazioni arrivano dal presidente della Federazione Israeliana Judo (Ijo), Moshe Fonti, secondo il quale Mollaei sarebbe stato costretto a farsi battere dal belga Matthias Casse proprio evitare la finale con Muki.

Il 27enne Mollaei voleva andare avanti, sostengono gli israeliani, come si legge sul Times of Israel. Alla Radio militare israeliana, Fonti ha spiegato che "abbiamo sentito dire che aveva chiesto al responsabile della Federazione iraniana di Judo di garantire la sicurezza della sua famiglia", ma "da quello che abbiamo capito poco dopo uomini dei servizi iraniani sono andati a casa sua in Iran e si sono presentati" all'arena di Tokyo per un "avvertimento".

Nessuno sa cosa sia accaduto, ma alla fine Mollaei è stato sconfitto da Casse e anche dal georgiano Luka Maisuradze. Dall'oro al quinto posto: è la parabola di Mollaei in un periodo di forti tensioni in Medio Oriente. L'Iran è solito vietare ai suoi atleti gli incontri con gli israeliani. I Mondiali appena conclusi sono stati segnati anche dal gesto dell'egiziano Mohamed Abdelaal che si è rifiutato di stringere la mano all'israeliano Muki che lo aveva appena messo al tappeto.

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