
Rinviata al 22 settembre. Morto il figlio 20enne del giudice Contu. Questa mattina erano previste le ultime controrepliche della difesa dei quattro imputati
Per un improvviso grave lutto che la notte scorsa ha colpito il presidente del collegio, salta oggi la sentenza del processo per presunto stupro di gruppo a carico di Ciro Grillo e di suoi tre amici nei confronti di una studentessa italo-norvegese. Questa mattina erano previste le ultime controrepliche della difesa dei quattro imputati. E subito dopo il collegio, presieduto da Marco Contu, si sarebbe dovuto ritirare in camera di consiglio per emettere la sentenza.
La sentenza è stata rinviata al prossimo 22 settembre. L'udienza si aprirà alle 10.30 per le controrepliche delle difese e poi i giudici si ritireranno in camera di consiglio. Lo ha deciso la giudice a latere del processo, Marcella Pinna, dopo avere annunciato il rinvio per il lutto di Contu, che ha perso il figlio 20enne morto suicida.
La Procura ha chiesto la condanna a nove anni per Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta. L'udienza è stata aperta e subito rinviata.
Sul rinvio della sentenza del processo è scoppiata una polemica. “La presidente del Tribunale (Caterina Interlandi ndr) sostiene che si debba fare domani, ma domani magari si potrebbero celebrare i funerali”, ha spiegato Pinna. Gli avvocati in aula si sono rifiutati e hanno detto che è “inaccettabile solo pensarlo”. Ma arriva la secca smentita della presidente del Tribunale facente funzione, Caterina Interlandi, che raggiunta telefonicamente dai giornalisti ha spiegato: “Non ero presente in udienza, non faccio parte del collegio, non ho altro da dire. Non cercate polemiche inutili”. Quando le si fa notare che a dirlo in aula è stata la giudice a latere ha risposto seccamente: “Chiedetelo a lei”.
"È inaccettabile poter pensare che una persona, non solo un magistrato, che ha perso un figlio possa serenamente venire in udienza domani ad ascoltare qualunque cosa rispetto alla morte del figlio è sicuramente una sciocchezza - ha detto prima in aula e poi ai cronisti fuori l'avvocato Alessandro Vaccaro che difende Lauria - Io non mi sarei sentito in grado di discutere un processo parlando di cose futili rispetto al lutto che lo ha colpito". "Il 22 faremo quello che avremmo dovuto fare oggi sperando che nel frattempo il presidente si sia ripreso. Sinceramente non riuscirei neanche a pensare di chiedere ad un padre a chi è morto un figlio di venire in udienza oggi o domani", ha commentato Vaccaro rispetto all'ipotesi ventilata in aula dopo che il presidente Contu ha dato la disponibilità a venire anche domani.